Emanuele Orsini è il nuovo presidente di Confindustria. Lo ha designato il consiglio generale dell’associazione, con 147 sì su 173 presenti. L’imprenditore succede a Carlo Bonomi e guiderà gli industriali italiani per il quadriennio 2024-2028. In totale sono 187 gli aventi diritto di voto. Le schede nulle sono state 17 e bianche 9.
Orsini, classe 1973, è vicepresidente uscente di Confindustria, amministratore delegato di Sistem Costruzioni e Tino Prosciutti.
Dopo la designazione, il consiglio generale del 18 aprile sarà chiamato a votare anche il programma e la proposta di squadra di presidenza. Infine, l’assemblea dei delegati del 23 maggio eleggerà il nuovo presidente per il quadriennio 2024-2028 e il suo team.
Secondo quanto si apprende, subito dopo la nomina, Orsini avrebbe detto: “Cercherò di convincere i 26 che non mi hanno votato”. Un nuovo appello, dunque, all'”unità” con gli occhi puntati al 18 aprile per una squadra fatta d’imprenditori “giusti”.
“Oggi siamo riusciti dopo una campagna elettorale molto complicata e difficile a ricompattare Confindustria come è giusto che sia perché deve guardare avanti alla realtà dell’industria italiana”, ha detto il neo eletto presidente al termine del consiglio generale. “Abbiamo costruito un programma -che per diversi capitoli andrà a susseguirsi con le vicepresidenze che andremo a formare da qui al 18 aprile, dobbiamo lavorare. Quindi saranno momenti complicati e intensi ma faremo il meglio per le nostre imprese e per le nostre aziende perchè Confindustria fa questo”.
Orsini ha poi dato le tre parole chiave alla base della costruzione del programma, che sono il dialogo “che vuol dire mettere al centro le imprese”, l`identità, “quindi far sentire l`ultimo nostro associato per ogni categoria parte di un progetto perché solo così riusciamo a costruire l`identità di Confindustria e delle imprese del Paese”, e l`unità: “Basta con questa cosa aziende grandi e piccole, non esistono aziende grandi non nate piccole. Abbiamo bisogno di unire e che le aziende grandi siano la nostra bandiera nel mondo e che le grandi facciamo crescere le piccole”. Ma ci sono anche competitività ed energia: tutti temi che indicano la necessità di dialogo e vicinanza tra imprese e istituzioni “per far crescere il nostro sistema imprenditoriale”.
Il presidente designato ha poi spiegato: “Partiremo dal programma che abbiamo presentato, che si forma di diversi capitoli, che sono la base e la chiave che i nostri imprenditori hanno scelto.
Riuscire a dividere il programma in quei capitoli centrali è una cosa che dobbiamo fare e che ogni tre-cinque mesi e quella di vedersi sullo stato di avanzamento dei progetti che ci siamo dati, quindi mettere il progetto al centro, capire se sta avanzando e se non sta avanzando capire perché e utilizzare tanta concretezza per mettere a terra i progetti del futuro delle nostre imprese”.
L’auspicio per questo quadriennio di presidenza è il ritorno della centralità di Confindustria, attraverso prospettive e proposte “per dare al governo e alla Ue soluzioni per la crescita delle nostre imprese”. L’obiettivo è tenere sempre forte e competitivo il punto “che siamo la seconda manifattura d’Europa, abbiamo bisogno che le nostre imprese crescano ancora di più. Dovrà essere una Confindustria piena di proposte soprattutto in Europa e altrettanto in Italia”.
Quanto al passo indietro di Edoardo Garrone, che ieri ha ritirato la sua candidatura dalla corsa alla presidenza di Confindustria, Orsini ritiene sia stato “un atto di grande responsabilità” che “ci abbia messo nella condizione di avere ancora più responsabilità”. Una persona “che stimo e rispetto tantissimo”, precisa più avanti, che “ha messo nelle condizioni me di poter scegliere la squadra in totale responsabilità per fare una cosa ancora più semplice: mettere al centro i capitoli per poter mettere le migliori persone affianco ai capitoli che andremo a costruire. E` l`unico modo per poter far sì che la squadra della nuova presidenza sia forte”.
e.m.