Venere di qua, Marte di là. Ovvero, donne a sinistra, uomini a destra. Solo che non è la freccia per la toilette, ma una indicazione di voto, con profonde conseguenze politiche. Nell’urna, il sesso è decisivo: le donne sempre più progressiste, gli uomini sempre più conservatori. Una spaccatura che è diventata netta negli ultimi anni, con le generazioni più giovani.
Secondo i sociologi, è una novità. Occasionalmente, una differenza politica fra uomini e donne emerge, ad esempio quando diventano determinanti temi come il divorzio o l’aborto oppure come diversa reazione a certi leader politici. Ma, in linea di principio, le generazioni si muovono nello stesso senso, a destra o a sinistra, indipendentemente dal sesso: in fondo, i coetanei – maschi e femmine – hanno condiviso le stesse esperienze formative, nello stesso momento, a scuola, a casa, sul lavoro, in discoteca. Il rock, il ‘68, il terrorismo, la Milano da bere, il precariato, Lucio Dalla e Vasco Rossi. Ma, oggi, questo non sembra essere più vero, almeno per gli attuali ventenni: dal punto di vista politico, ha scritto il Financial Times, generazione Z è due generazioni, non una.
I dati non coprono, purtroppo, l’Italia, ma è difficile pensare che il nostro paese si muova in modo differente da un ventaglio che va dagli Usa alla Germania, dalla Gran Bretagna alla Polonia, alla Corea del Sud. I relativi grafici sugli atteggiamenti politici delle persone fra i 18 e i 29 anni sono inequivocabili. La frattura emerge intorno al 2010 e si approfondisce con grande rapidità, man mano che cambiano i ventenni.
Negli Stati Uniti, i sondaggi Gallup rivelano che la tradizionale divisione, grosso modo, 50 e 50 fra liberali e conservatori, quale sia il sesso, è stata travolta. Le giovani donne sono il 30 per cento più progressiste dei loro coetanei fra i 18 e i 30 anni. Per essere esatti, mentre gli uomini si dividono ancora a metà fra destra e sinistra, fra le donne siamo 65 per cento contro 35 per cento.
In Corea del Sud, la differenza è letteralmente esplosa nel giro di meno di dieci anni. Oggi, fra i ventenni maschi, i conservatori superano i progressisti del 20 per cento, mentre, fra le loro coetanee, la sinistra supera la destra del 30 per cento.
Ma la frattura è evidente anche in paesi più vicini a noi. In Gran Bretagna, dove i tories sono in crisi, la differenza fra progressisti e conservatori è del 25 per cento a favore dei laburisti nei maschi, ma del 50 per cento fra le femmine. Ancora maggiore il gap in Germania, dove la preferenza per i progressisti fra i ventenni è via evaporata negli ultimi anni, portando i maschi a dividersi a metà, mentre le giovani donne hanno virato decisamente a sinistra, con un 30 per cento di progressiste in più.
Non si tratta di sfumature diverse fra un centrodestra moderato e uno più intraprendente. Nelle tumultuose elezioni in Polonia dell’anno scorso, metà dei ragazzi fra i 18 e i 21 anni ha votato per la destra radicale, mentre solo un sesto delle ragazze della stessa età lo ha fatto.
Passerà? Di solito, una propensione politica maturata negli anni più formativi non muta facilmente con il passare degli anni. Tanto più che, a quanto sembra,una divisione emersa negli anni del MeToo e dei diritti delle donne si è estesa ad altri temi. Oggi, le ragazze sono più liberali dei ragazzi anche su temi come l’immigrazione e il razzismo. Inoltre, il fatto che nei paesi occidentali lo spostamento a sinistra delle donne sia evidente, ma che, sul lato maschile, progressisti e conservatori continuino a dividersi, come avviene da tempo, a metà, non deve far restare troppo tranquilli. In Germania, i ventenni maschi sono più ostili agli immigrati degli adulti: il partito paranazista dell’Afd è un partito di giovani.
Da cosa nasce questa divaricazione politica in base al sesso? In linea generale, si può sostenere che le ragazze di oggi, come mostrano i risultati a scuola, la grinta sul lavoro, la determinazione nel voler gestire la propria vita siano risolute, proiettate sul futuro, decise a rivendicare i loro diritti e il loro posto nella società, caratteristiche che le pongono psicologicamente a sinistra. I loro coetanei, invece, incerti, insicuri, impauriti, rinunciatari caratteristiche che spingono, piuttosto, alla paura dei mutamenti, alla reazione, alla chiusura,fattori più in sintonia con la destra. Ma è presto per tirare conclusioni: il fenomeno è in pieno svolgimento.
Maurizio Ricci