“L’Assemblea dei soci di Acciaierie D’Italia è stata nuovamente rinviata e la situazione che abbiamo di fronte è che mentre da una parte Arcelor Mittal e Invitalia giocano al Monopoli, il più grande Gruppo siderurgico italiano rischia la chiusura. Serve subito liquidità corrente per far funzionare il Gruppo e bisogna definire i 5 miliardi di investimento. Abbiamo detto più volte che non c`è più tempo, Governo e azienda si assumano subito le proprie responsabilità e decidano il da farsi”. Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil.
“A questo punto sono solo due le possibilità in campo: che ogni socio metta la sua quota oppure che entro la primavera dell`anno prossimo lo Stato italiano passi in maggioranza, purché si dia una svolta a questa condizione diventata ormai insostenibile. Chiediamo quindi al Governo – conclude – di mantenere gli impegni presi all`ultimo incontro e di riconvocare al più presto le Organizzazioni sindacali”.
Per Rocco Palombella, segretario generale Uilm, l`ulteriore rinvio, chiesto da ArcelorMittal nell`assemblea dei soci di oggi, “rappresenta l`ennesima umiliazione perpetrata da questa multinazionale contro il nostro Paese. Allo stesso modo è grave il silenzio del Governo. Da oltre quattro mesi registriamo continui rinvii dell`assemblea dei soci e abbiamo chiesto più volte di verificare se ci siano illeciti legali. Quanto successo oggi è la conferma evidente, qualora ce ne fosse stato bisogno, dell`irresponsabilità e della mancanza di volontà del socio privato nel non voler investire per il rilancio dell`ex Ilva. Chiediamo al Governo quanto tempo dobbiamo ancora attendere prima che si prenda l`unica decisione possibile per il bene dei lavoratori: mandare via ArcelorMittal e prendere il controllo dell`azienda”.
“Avevamo già preannunciato che l`assemblea dei soci di oggi sarebbe stata un ulteriore atto di una commedia che va avanti da anni, ma la realtà ha superato qualsiasi ipotesi. Ora ci aspettiamo dall’Esecutivo una decisione netta e definitiva e le dimissioni irrevocabili dei componenti di Invitalia dal Cda dell`azienda, come atto minimo di rispetto verso i 20 mila lavoratori e intere comunità che non possono rimanere appesi alle decisioni di una multinazionale che sta distruggendo un asset strategico del nostro Paese. Il Governo – conclude – non può rimanere in silenzio, sarebbe un`ammissione di responsabilità e di connivenza intollerabile. Non staremo fermi, chiediamo un incontro urgente a Palazzo Chigi e siamo pronti a mobilitarci di nuovo per la dignità e il futuro dei lavoratori”.
E.G.