È tornata di moda la piazza. Mai come questo autunno tornano a riempirsi di gente. E non si intendono le manifestazioni di vario genere sparse per l’Italia sulla questione israelo- palestinese, ma le piazze sociali e politiche: come ai vecchi tempi
Dopo la gran piazza di San Giovanni, a Roma, riempita a inizio ottobre dalla Cgil di Maurizio Landini, sabato 11 è di scena il Pd a piazza del Popolo: più piccola, ma comunque affollata, si prevede, per quello che sarà un po’ il debutto di Elly Schlein. Sono stati mobilitati treni speciali, bus da tutta Italia. I sindacati, o quanto meno la Cgil, pare che daranno una mano anche loro.
Anche perché sono soprattutto i sindacati i protagonisti di questa rinascita del rito. Venerdì 17 novembre, data poco consigliata dalla superstizione, ancora la Cgil, questa volta assieme alla Uil, sarà a sua volta in scena in Piazza del Popolo, per la prima di una serie di manifestazioni contro la manovra che accompagneranno gli scioperi. E la settimana successiva, il 25, sarà invece la Cisl a riempire in solitaria la piazza dei Santi Apostoli: meno metri quadri, certo, ma pur sempre la location storica delle manifestazioni dell’Ulivo.
Ma non solo Roma vedrà piazze in fermento. Sono 58 gli appuntamenti in tutta Italia che Cgil e Uil promettono di occupare, sempre come ‘’accompagno’’ ai cinque scioperi programmati contro la manovra: piazze e piazzette, da nord a sud, coi due segretari che si divideranno le location tra Siracusa, Torino, Brescia, Cagliari, Napoli, Bari, eccetera.
Ovviamente, nulla può eguagliare ancora le grandi manifestazioni del passato. Da quella del 1994, quando Cgil Cisl e Uil portarono a Roma un milione di persone, con i tre leader dell’epoca divisi su tre piazze: Cofferati al Circo Massimo, Sergio D’Antoni a San Giovanni, Pietro Larizza a Piazza del Popolo. Gente aggrappata perfino ai lampioni, un successo senza precedenti, che contribuì non poco alla caduta del Berlusconi Primo.
Un successo di folla che tuttavia fu quasi oscurato, molti anni dopo, da quella incredibile prova di forza che la sola Cgil, con Cofferati, diede nel 2002 ancora contro il governo Berlusconi e l’abolizione dell’articolo 18: al Circo Massimo e dintorni, folla che dilagava ben oltre la linea dell’orizzonte, a riprova della rotondità della Terra. Tre milioni, si disse, cifra tanto esagerata quanto simbolica, ma sta di fatto che ‘’quella’’ manifestazione è rimasta “negli occhi e nella testa della gente”, come Cofferati aveva predetto. Non portò bene, comunque: di li a poco Cofferati lasciò la Cgil, Berlusconi rimase in sella, mentre l’articolo 18 lo cancellò Matteo Renzi molti anni dopo, e senza piazze a intralciarlo.
Sempre per restare in tema di grandiosità simboliche: da ricordare la Piazza san Giovanni dei “girotondi”, settembre 2002, niente politici sul palco, ma Nanni Moretti, Francesco De Gregori, attori, cantanti, personalità varie della cultura e della società civile; Fiorella Mannoia che canta “Quello che le donne non dicono” e tutta la piazza, davvero tutta, che le va dietro in coro. Non servì a granché nemmeno quella manifestazione, comunque. Berlusconi restò saldo al suo posto, ancora per anni e anni.
E come dimenticare la grande manifestazione di Walter Veltroni segretario del Pd? ancora al Circo Massimo, ottobre 2008, titolo “Un’altra Italia è possibile”, con il cigiellino Achille Passoni, mago dell’organizzazione di questo genere di cose, e già autore dei successi di folla con Cofferati, che nel back stage diceva a tutti: “l’ho riempita due volte questa piazza, ma non chiedetemelo più”. In effetti, un’altra Italia era sembrata davvero possibile fino a poco prima, fino alla fondazione del Pd nel 2007, e alla repentina caduta di Prodi, per la seconda volta, e al ritorno di Berlusconi, per la terza, o quarta, boh.
E poi, via via, arriviamo a Beppe Grillo a Piazza San Giovanni, per la chiusura della campagna elettorale del 2013: anche qui una folla inaudita, mentre il Pd concludeva la sua campagna elettorale, Bersani segretario, al chiuso, in un teatrino.
Forse ne dimentico qualcuna, ma ecco, i grandi appuntamenti degli ultimi anni sono questi qui. Poi basta, poi è arrivata un po’ di stanchezza, forse. Ce ne sono state altre, sempre, di piazze, ma senza incidere. E d’altra parte, si sa quanto costa muovere le persone, in termini sia economici, sia fisici, ormai nell’era dei social e delle comunicazioni virtuali. Ma adesso si riparte, e vedremo come va. Questo autunno si va in piazza, e tornano subito in mente certe meravigliose vignette di Altan.
Nunzia Penelope