“Sono i lavoratori che ci chiedono lo sciopero. Ce lo chiedono nelle assemblee, nelle fabbriche, nei posti di lavoro. Ci dicono: se non si fa ora lo sciopero, quando?”. Parlano a una voce sola, Pierpaolo Bombardieri e Maurizio Landini, nella conferenza stampa convocata per spiegare le ragioni di una lunga serie di iniziative di mobilitazione contro la manovra del governo, che occuperanno tutta la seconda metà di novembre. Cinque giornate di scioperi territoriali e tante manifestazioni di piazza, ben 58. Si inizia il 17 novembre, si prosegue poi fino al 1° dicembre.
La maggioranza del paese, dice il segretario della Cgil, “non è d’accordo con le politiche del governo” e “per questo pensiamo sia il momento di mobilitarci e scioperare. Stiamo difendendo gli interessi generali, i diritti di tutti. Poi ognuno si assume le proprie responsabilità”. Bombardieri elenca le carenze della manovra che rendono necessaria la risposta sindacale: zero aumenti in busta paga, malgrado il taglio del cuneo fiscale (“peraltro ottenuto dal governo Draghi grazie ai nostri scioperi’’) ma si avrà solo la conferma di uno statu quo e nessuna conferma per gli anni a venire; zero interventi contro l’evasione fiscale, a fronte di una serie di condoni; scarse risorse per i contratti pubblici (“non coprono nemmeno l’Ipca’’) scarsi o praticamente nulli investimenti per la sanità. E poi le pensioni, con il peggioramento di tutto, anche rispetto alla Fornero, e in particolare ‘’la vergogna di Opzione donna’’.
Landini somma altri capitoli alla lista: l’aumento della precarietà, l’assenza di politiche per i giovani, la mancanza di una politica industriale, la “svendita’’ delle annunciate privatizzazioni, a partire dalla cessione, assai contestata dai sindacati, della rete Tim al fondo americano KKR, “lo stesso fondo che ha comprato e poi chiuso Marelli”. E ancora, lo scandalo della marcia indietro sugli extraprofitti delle banche, la delega fiscale definita “senza alcun confronto col sindacato’’. E aggiunge, parafrasando la premier Meloni: ‘’la vera madre di tutte le riforme è quella fiscale, ma certo non quella che ha in mente questo governo’’.
Sia Bombardieri che Landini sottolineano che tutte queste rivendicazioni sono le stesse contenute nella piattaforma unitaria definita tempo addietro assieme alla Cisl, ed è quindi abbastanza singolare che la confederazione di Via Po non scenda in sciopero, e in piazza, assieme a Cgil e Uil. Ma sta di fatto che anche la Cisl, alla fine, ha indetto la sua protesta contro la manovra. Niente scioperi ma una manifestazione a Roma, il 25 novembre: “Sarà una giornata di mobilitazione in cui intendiamo incalzare Governo e Parlamento sui miglioramenti da apportare alla legge di bilancio – ha sottolineato oggi Sbarra- ma anche indicare la via di una strategia di sviluppo pienamente partecipata dalle parti sociali. Alzeremo le bandiere di un sindacato responsabile, autonomo, pragmatico, intransigente, che pretende maggiori risposte nella manovra, a cominciare dalle pensioni”.
La sostanza delle critiche al governo tutto sommato è la stessa, anche se i toni sono diversi: lo slogan di Cgil e Uil è ultimativo e barricadero. “Adesso basta’’, quello della Cisl più moderato e possibilista, “Partecipare per crescere: migliorare la manovra, costruire un nuovo patto sociale”. Ma a nessuno, alla fine, questa manovra piace. Ai colleghi cislini Bombardieri e Landini riservano una battuta a testa: “per fortuna c’è il pluralismo sindacale”, commenta il leader Uil, “noi rispettiamo le decisioni di altri e chiediamo lo stesso rispetto per le nostre”. Più acuminato Landini: ‘’la Cisl dice che vede delle luci in questa manovra, non so che luci veda, non vorrei fosse il classico treno in fondo al tunnel. Non voglio fare polemiche, ma noi siamo coerenti con la nostra piattaforma unitaria, mentre altri non lo sono”.
Sia come sia, il 17 si comincia: Landini e Bombardieri saranno a Roma in piazza del Popolo, per uno sciopero regionale di otto ore. Il 20 si fermerà, sempre per 8 ore, la Sicilia, e Bombardieri sarà a Siracusa. La mobilitazione proseguirà il 24 novembre nelle regioni del Nord, con Landini a Torino e Bombardieri a Brescia, il 27 in Sardegna (Landini a Cagliari) e il 1° dicembre nelle regioni del Sud (Landini a Napoli e Bombardieri a Bari). Il 25, come già detto, toccherà alla Cisl manifestare a Roma, in piazza Santi Apostoli. E dopo si vedrà come proseguire: “non è che a dicembre andiamo in vacanza’’, avverte Landini, spiegando che l’iniziativa sindacale andrà avanti anche a prescindere dalla manovra, “per un nuovo modello di sviluppo, una nuova idea di paese’’. Forse si farà anche lo sciopero generale, forse no, oggi comunque non è stato evocato; ma non vuol dire.
Nunzia Penelope