Il sindacato deve tornare ad essere ‘’autorita’ salariale’’, e per farlo adeguatamente dovrà costruire le piattaforme ascoltando la base. Michele De Palma, leader della Fiom, intervenendo all’assemblea convocata dalla Cgil a Bologna per fare il punto sulla contrattazione lancia una ‘’campagna di ascolto degli iscritti”, condizione imprescindibile per uscire dalla tenaglia delle spinte contrapposte tra la disintermediazione praticata dalle aziende e le legittime aspettative dei lavoratori.
Oggi, ha ricordato, nelle aziende non c’e’ piu’ quel passaggio di testimone che trasmetteva una coscienza collettiva, ma vige il principio che ‘’chi fa da se fa per tre’’ anche nella contrattazione. Col risultato che le aziende erogano aumenti unilaterali, oltretutto privilegiando ‘’gli uomini e non le donne’’. Inoltre, ci sono differenze anche fortissime tra i diversi contratti del settore: un artigiano metalmeccanico prende il 22% in meno, come paga oraria, rispetto a chi ha un contratto Confapi o Federmeccanica.
De Palma ha anche ricordato che “i metalmeccanici da tempo subiscono un processo di riduzione del numero delle iscritte e degli iscritti”, ma grazie alla forte stagione di contrattazione aziendale si sta recuperando. “C’è una relazione stringente, per la nostra categoria, tra i livelli della contrattazione, i risultati che si ottengono, le stabilizzazioni delle lavoratrici e dei lavoratori precari, con il numero delle iscritte e degli iscritti”.
Resta che se oggi vogliamo agganciare la discussione coi i lavoratori, ha concluso, “e’ dal salario che occorre partire: e’ un elemento centrale”.
Dunque e’ fondamentale avere “un orientamento comune in cui il salario, insieme alla riduzione dell’orario e al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, divengano l’elemento centrale su cui costruire un’identità contrattuale della Cgil”.
Nunzia Penelope