Dopo la proposta delle opposizioni sul salario minimo, depositata alla Camera, e la decisione del Governo Meloni di rinviare il confronto sull’argomento nell’ambito del Cnel, il sindacato non è rimasto a guardare. Per la Cgil qualcosa è cambiato in merito al salario minimo. Prima era una misura che veniva criticata perché si temeva un indebolimento della contrattazione. Adesso “la situazione è cambiata” – ha spiegato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini nell’intervista di ieri al Quotidiano Nazionale. Oggi a mettere a rischio la contrattazione, secondo Landini, “ci sono i contratti pirata, quelli scaduti e non rinnovati da anni o con paghe basse, le regole su appalti e sub-appalti”. Dunque, per Landini è venuto il momento di attuare gli articoli 36 e 39 della nostra Costituzione “dentro questo il salario minimo rafforza la contrattazione”. Inoltre, vanno aumentati in maniera strutturale i salari, così come va reso strutturale il taglio del cuneo contributivo.
Mentre in casa Cisl, la linea sul salario minimo è rimasta la stessa. Per il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, intervenendo il 20 agosto nella giornata di apertura del Meeting di Rimini, “bisognerebbe cambiare linguaggio intorno al “salario minimo”, a partire proprio da come lo si definisce – ha spiegato Sbarra in una intervista a IlSussidiario.net -. Ai lavoratori deboli non serve una ‘paga minima’, ma una retribuzione adeguata e sempre dignitosa. Assicurare a tutti, e intendo davvero a tutti senza escludere colf e badanti, un salario dignitoso è una priorità da affrontare seriamente, senza demagogia”.
Secondo Sbarra “serve un intervento, ma deve essere finalizzato a rafforzare ed estendere la contrattazione, come indica anche l’Europa”. Per questo “prendiamo a riferimento il Trattamento economico complessivo dei contratti prevalenti ed estendiamolo con una norma leggera, settore per settore, ai comparti affini non coperti da contratto nazionale o colpiti da contrattazione pirata. Non serve la legge sulla rappresentanza, i dati sulla diffusione dei contratti sono già in possesso di Inps e Cnel. Una mappatura, indispensabile per dare riferimenti agli ispettori e ai tribunali, può essere agevolata anche dall’obbligo delle imprese a stampare il codice del Ccnl sulla busta paga. Pensare che basti una cifra sulla Gazzetta ufficiale vuol dire illudersi o peggio illudere la gente”.
Per quanto riguarda la Uil di Pierpaolo Bombardieri, il salario minimo per legge “deve coincidere con i minimi contrattuali dei contratti maggiormente rappresentativi” ha spiegato al Quotidiano Nazionale. La strada maestra resta quella della contrattazione: “Perché con un contratto nazionale non si assicura solo un salario dignitoso, ma si garantiscono anche una serie di diritti che danno completa dignità al lavoro: dalla tutela per la maternità e per le malattie al rispetto di orari e ferie, dalle garanzie occupazionali al welfare contrattuale e al Tfr e così via. Poiché, però, esistono lavori poveri, perché non coperti da contrattazione o per la pervicace e pluriennale resistenza di alcuni datori di lavoro ai rinnovi o per l’applicazione di contratti pirata, diventa necessaria anche la definizione di un salario minimo per legge.”
Emanuele Ghiani