Il confronto tra maggioranza e opposizione sul salario minimo si chiude con un rinvio a settembre. La premier Meloni apre al dialogo, soprattutto con Azione di Calenda che, stando alle parole di Fratelli d’Italia, rappresenta un’opposizione garbata, costruttiva e non pregiudiziale.
Che la Presidente del Consiglio riconosca il valore di un’opposizione civile e costruttiva è un fatto positivo. Peccato però che Meloni abbia una memoria corta, e non si ricordi di quando lei sedeva tra le fila dell’opposizione. I suoi toni e quelli del suo partito erano tutto tranne che garbati. La dialettica politica non era all’insegna del dialogo ma dello scontro. La voce sempre alta, i toni aggressivi, divisivi, con la volontà di insinuare il sospetto che qualcosa o qualcuno volesse danneggiare l’interesse della nazione. E ora che ha il potere, non manca di riusare questo registro quando serve. Fa opposizione all’opposizione. Come se dentro di lei vivessero due versioni di Giorgia. La prima, pensata per l’estero, dai toni calmi e rassicuranti. La seconda, invece, tarata per la politica nostrana, con lo sguardo sempre cupo. Quella che ripete a tutti che non è ricattabile. Due che magari non sanno di vivere all’interno dello stesso monolocale.
Passiamo all’opposizione. Con questo governo forse non bisogna essere troppo garbati. E, inoltre, l’opposizione non deve essere una grigia appendice della maggioranza.
Tommaso Nutarelli