Questa mattina si terrà l’incontro tra governo e sindacati in cui sarà presentato un “Protocollo condiviso per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature negli ambienti di lavoro”: una bozza di 11 pagine, redatta dai tecnici del ministero del Lavoro e della Salute insieme ai rappresentati di Inail, Inl e Inps, che affronta i punti che vanno dalla valutazione dei rischi e dei fattori di rischio, legati all’età, alla presenza di patologie croniche e alle mansioni, alla sorveglianza sanitaria e alla riorganizzazione dei turni. “Alla luce degli scenari di cambiamento climatico si considera la protezione dei lavoratori dai rischi di infortunio connessi alle temperature come una priorità”, si legge nel documento, poiché “l’aumento della temperatura ambiente media previsto con i cambiamenti climatici può avere un impatto significativo sui luoghi di lavoro”.
Oltre agli effetti sulla salute e la sicurezza, nel documento sono indicati i settori di attività a maggior rischio, “in accordo anche con quanto indicato dell’European Climate and Healt Observatory”. Quanto alle misure da adottare, innanzitutto il datore di lavoro è tenuto a intervenire, sulla base dei rischi, per “eliminare o ridurre l’esposizione diretta dei lavoratori alle alte temperature o percepite tali” pianificando pause o attività in giorni o orari più freschi. “I datori di lavoro – si legge nella bozza – adottano il protocollo per l’adeguamento degli attuali modelli organizzativi alle esigenze di contenimento dei rischi derivanti dall’esposizione ad alte temperature, nell’ottica di una piena tutela delle condizioni psicofisiche dei lavoratori, nonché per aumentare il livello di consapevolezza, responsabilità riguardo ai rischi delle alte temperature o percepite tali e di compliance normativa”.
Quanto alle misure da adottare, è previsto il ricorso al lavoro agile e alla cassa integrazione “evocando la causale eventi meteo”. A seconda delle indicazioni contenute nei bollettini meteo, la revisione dei piani di lavoro prevede “la riprogrammazione in giorni con condizioni meteo-climatiche più favorevoli le attività non prioritarie e da svolgersi all’aperto; la pianificazione delle attività che richiedono un maggior sforzo fisico durante i momenti più freschi della giornata; l’alternanza dei turni in modo da minimizzare l’esposizione individuale al caldo o al sole diretto; l’interruzione del lavoro in casi estremi quando il rischio è molto alto; variazione di inizio lavori”. Il medico competente aziendale ha il compito di valutare lo stato di salute dei lavoratori e fornire indicazioni per prevenire il rischio da colpo di calore in base alle caratteristiche individuali, con particolare attenzione per gli over 65, per chi è affetto da patologie croniche, lper chi assume una particolare categoria di farmaci e per le donne in gravidanza.
Attenzione anche alla formazione del lavoratori: il datore di lavoro, infatti, “forma e informa tutti i lavoratori sui rischi correlati al caldo, sulle misure di prevenzione, sulle procedure da seguire e sui comportamenti adeguati da tenere” ed è tenuto a “consegnare indumenti da lavoro e Dpi (quando previsti) adeguati alle alte temperature”.
Le indicazioni fornite dal governo non sono limitate a questa estate ma, prevedendo che eventi climatici di questa portata si riverificheranno anche in futuro, il protocollo di caratterizza come una “guida nelle scelte tecnico organizzative da compiere anche per gli anni futuri e non solo per l’attuale emergenza stagionale”.
e.m.