Il lavoro come forma di riabilitazione e riscatto sociale per le persone in stato di reclusione è alla base dei principi cardine del diritto penale in materia di detenzione. Una prescrizione pienamente applicata per i cinque detenuti della Casa di Reclusione di Milano Opera che, dopo un periodo di formazione, saranno impiegati in stazioni e uffici ferroviari, a partire dal prossimo settembre, per Rete Ferroviaria Italiana e per Trenitalia. Lavoreranno con contratti a tempo determinato di sei mesi. È quanto prevede il primo accordo attuativo del Protocollo d’intesa tra Ministero della Giustizia e Ferrovie dello Stato Italiane, firmato il 22 luglio dello scorso anno.
La nuova intesa è stata sottoscritta oggi, 20 luglio, da Silvio Di Gregorio, Direttore della Casa di Reclusione di Milano Opera, e da Massimo Bruno, Chief Corporate Affairs Officer del Gruppo FS Italiane e arriva ad un anno di distanza dalla stipula del Protocollo “Mi riscatto per il futuro”, che impegna le parti a promuovere attività lavorative in favore della popolazione detenuta, al fine di favorire il reinserimento delle persone private della libertà, individuando percorsi di formazione, riabilitazione e reinserimento sociale. L’intesa richiama anche l‘accordo interistituzionale siglato lo scorso giugno tra il ministero della Giustizia e il CNEL per promuovere, con attività concrete, il lavoro e la formazione quale veicoli di reinserimento sociale per le persone private della libertà. Un bel segnale, quindi, per un percorso che prova a riscrivere il significato della detenzione e del ruolo rieducativo delle carceri, al di là delle polemiche e delle oggettive carenze strutturali di cui soffre il sistema penale italiano.
Tornando all’accordo tra la casa di Reclusione di Milano Opera e Ferrovie dello Stato Italiane, i candidati sono stati selezionati all’interno della Casa di Reclusione sulla base dei requisiti giuridici e sotto il controllo della magistratura di sorveglianza. Insieme a rappresentanti delle Risorse Umane delle società del Gruppo FS, sono stati poi individuati i primi cinque detenuti che, superata la visita medica e il percorso formativo, saranno assunti per essere impiegati in posizioni già stabilite: tre lavoreranno per Rete Ferroviaria Italiana, con i ruoli di addetto alla Sala Blu per i servizi di assistenza ai viaggiatori con ridotta mobilità, addetto a supporto del referente di stazione e addetto a supporto dello staff di formazione della scuola professionale; due per Trenitalia, con i ruoli di addetti alla segreteria tecnica di impianto.
“Ringrazio Ferrovie dello Stato per questa importantissima collaborazione che oggi si è concretizzata in questo primo accordo attuativo e che, mi auguro, sarà foriera di numerose altre iniziative”, ha detto il Capo del Dap, Giovanni Russo. “Lo svolgimento di attività lavorative da parte dei detenuti contribuisce in maniera significativa all’abbassamento dei casi di recidiva e, di conseguenza, all’innalzamento del livello di sicurezza dei cittadini. Inoltre, costituisce uno dei capisaldi del trattamento penitenziario finalizzato al reinserimento sociale dei detenuti, in attuazione del mandato istituzionale dell’Amministrazione Penitenziaria”.
“L’accordo sottoscritto oggi conferma l’impegno del Gruppo FS nel sostenere iniziative socialmente inclusive per favorire la formazione professionale di persone in condizioni di marginalità e contribuire al reinserimento dei detenuti nel tessuto comunitario civile e sociale”, ha sottolineato Massimo Bruno, Chief Corporate Affairs Officer del Gruppo FS. “Ringraziamo il Ministero della Giustizia e il Dap per aver collaborato a questa intesa, che si inserisce pienamente tra le iniziative promosse dal Gruppo per fare rete e creare una cultura di responsabilità diffusa a tutti i livelli. La nostra mission è infatti quella di `muovere` il Paese garantendo la libera circolazione di persone, merci e idee, sostenendo allo stesso tempo quei cambiamenti necessari e fondamentali per lo sviluppo della comunità e del sistema Paese”.
Elettra Raffaela Melucci