È più ricca di fermenti, di iniziative, di progetti la società oppure la politica? Un tempo questa domanda sarebbe stata priva di senso. I partiti “di massa”, a destra come a sinistra, promuovevano e coordinavano le attività sociali le cui sigle (a partire dai sindacati) facevano diretto riferimento alle sigle di partito. Tutto questo non c’è più da quando la presenza della politica sul territorio e fra la gente si è rarefatta a favore di un ruolo prevalentemente istituzionale (e autosufficiente) dei partiti. Ma il vuoto della politica è come il vuoto della fisica: prima o poi viene riempito da nuove forze. Da qui la proliferazione, la ricchezza, il rinnovato attivismo sociale, da un lato, il crescente assenteismo elettorale dall’altro.
Qui non vogliamo approfondire perché tutto questo sia accaduto: se l’Italia sia un’eccezione o una regola. E neppure quando inizi lo sradicamento sociale dei partiti: forse con “tangentopoli”, forse con la fine del finanziamento pubblico, forse ancora con l’illusione “mediatica” della comunicazione sociale. Vorremmo solo trattare di un caso particolare di attivismo sociale che si sta svolgendo a Ferrara. Un caso in cui, a un anno dalle prossime elezioni amministrative, lo “spontaneismo” sociale sembra voler incidere direttamente sul “bradipismo” della politica.
Circa un mese fa è stata resa pubblica una “Lettera Aperta” a firma di 115 persone rivolta alle forze del centro sinistra. Con quella lettera i firmatari intendevano “richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di mettere a disposizione le proprie esperienze e le proprie energie perché, in vista delle prossime elezioni comunali, si costituisca un’alternativa di centro sinistra all’attuale maggioranza politica che governa la nostra città”. Non si trattava e non si tratta quindi di un “ingresso in politica” che punti a costituire una ennesima lista civica, quanto il tentativo di far sì che “le forze politiche di centro sinistra che si riconoscono nella necessità di cambiamento (anche del proprio modo di essere e di far politica) diano vita, da subito, a una coalizione elettorale davvero larga, fondata su un progetto condiviso e pubblico”. E non solo sulla scelta, pur decisiva, di un nome da candidare a essere il prossimo sindaco della città. Bisogna partire dai bisogni della gente e a questi dare risposta, “dice la Lettera Aperta” e non partire, invece, dalle aspettative e dai “bisogni” interni ai gruppi dirigenti dei partiti.
L’alleanza, il campo largo, come si dice, si fa su un programma di governo pluriennale della città prima che su un nome.
La cosa più rilevante è che, nel silenzio della politica, è sbocciata una nuova “Petizione” a firma di 160 giovani che dice: “ci siamo anche noi”. “Siamo cittadine e cittadini di Ferrara dai venti ai quarant’anni, ossia le generazioni che davanti alle incertezze del futuro si rimboccano le maniche e studiano per trovare soluzioni ai problemi creati dopo il boom economico. Siamo quelli del doppio lavoro, in settimana e nel fine settimana, per arrivare ad uno stipendio che riteniamo dignitoso, quelli che sono costretti ad andare in altre province e in altri Paesi per trovare un lavoro che rispecchi il proprio percorso di studi. Molti di noi sono nati qui, a Ferrara, molti sono venuti per studiare, magari per rimanere e lavorare.
Abbiamo visto sfumare troppe opportunità per la nostra città e abbiamo deciso di avvicinarci alla politica con umiltà ed entusiasmo”.
Non sappiamo se e quanto questo fermento sociale sia in grado di smuovere e innovare la politica. È già importante che si sia manifestato mescolando le esperienze, le competenze e le generazioni. Vedremo cosa e come risponderanno i partiti del centro sinistra guardando al futuro della città e non solo alle prossime elezioni.
Nelle ultime ore si è fatto un ulteriore passo. I Firmatari della “Lettera Aperta” hanno reso pubblica una “Agenda Programmatica” in cui si dettagliano i bisogni delle persone di ogni età, i servizi prioritari su cui intervenire, le risorse e le potenzialità da valorizzare, i servizi pubblici da riorganizzare. Soprattutto si precisa il percorso che si intende seguire là dove si dice che “Sui temi di questa Agenda sarà promosso un confronto aperto e costruttivo con le diverse organizzazioni sociali (a partire dal volontariato cattolico e laico), con le associazioni economiche delle imprese, con le forze politiche del centro sinistra. Una verifica delle priorità contenute nell’Agenda sarà poi svolta con i cittadini nei quartieri e nei gruppi di paesi interessati”.
Non solo si propongono i temi di una coalizione di governo per le prossime elezioni ma si individua un percorso di verifica, partecipazione e condivisione pre-elettorale con le forze economiche, sociali e politiche e soprattutto con i cittadini.
Non possiamo essere certi che questo nuovo protagonismo sociale sia efficace anche per la politica: si vedrà nei prossimi mesi. Volevamo solo testimoniare con alcuni esempi che il fermento sociale può essere vivace e davvero innovativo.
Gaetano Sateriale