È stato inviato dal Mit ai sindacati “un provvedimento di riduzione della durata delle astensioni già proclamate per domani, giovedì 13 luglio 2023, dalle 3 del mattino fino alle 2 di venerdì 14. Con il provvedimento firmato Matteo Salvini, lo sciopero terminerà alle ore 15”. Il ministro, informa un comunicato del Mit, ha deciso di prendere questa misura “anche alla luce dell’assicurazione – maturata durante il tavolo convocato al dicastero di Porta Pia e di cui Salvini si fa garante – dell’immediata ripresa delle trattative sindacali su tutti i punti oggetto dell’agitazione. Non solo. Il Mit ha agito anche in base a una nota della Commissione Garanzia Scioperi”.
“Lasciare a piedi un milione di italiani, di pendolari, di lavoratrici e di lavoratori, un giovedì di luglio con temperature fino ai 35 gradi era impensabile”, afferma Salvini in una dichiarazione video alla stampa. “Quindi – aggiunge il ministro – mi adopererò perché le aziende incontrino i sindacati per arrivare a dare soddisfazione ai lavoratori delle ferrovie italiane senza però lasciare a piedi centinaia di migliaia di italiani che non ne hanno colpa”.
Dura la replica dei sindacati. “La precettazione è un’iniziativa, vergognosa, sbagliata e illegittima”, dichiara il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio, spiegando che “le proclamazioni degli scioperi sono a conoscenza del Ministero dei Trasporti dall`8 e dal 22 giugno, in questi 34 giorni nulla è stato fatto per evitarli mentre vi era tutto il tempo e la disponibilità per farlo”.
“Sul trasporto ferroviario e sul trasporto aereo – sottolinea Malorgio – sono stati convocati dal Mit solo oggi due tavoli con le controparti che non hanno prodotto nulla. L’impressione generale è di un Ministero che prova a recuperare tempo perso quando ormai è troppo tardi. Treni ed aerei sono già stati cancellati in previsione dello sciopero e quindi in ogni caso non saranno evitati i disagi ai viaggiatori che vanno imputati a chi ha portato le trattative ad un punto morto”.
“I lavoratori – prosegue – protestano per il rinnovo di due contratti nazionali e per una vertenza nella più grande azienda di trasporto del paese, altro che micro rivendicazioni come le definisce il Ministro e, se si fossero date risposte, avrebbero evitato di perdere salario con uno sciopero. Le astensioni dal lavoro – sostiene infine Malorgio – sono state dichiarate secondo le leggi vigenti, valuteremo in sede legale come rispondere all’iniziativa di comprimere il diritto costituzionale di sciopero”.
“Ricorreremo nelle sedi giudiziarie competenti per impugnare questo provvedimento che contrasta pesantemente con il diritto allo sciopero previsto dalla nostra Costituzione”. Lo affermano il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, e il segretario nazionale, Roberto Napoleoni. “Lo sciopero, sia quello di Trenitalia che Italo-Ntv era stato proclamato da tempo e con l’approvazione del Garante sugli scioperi. Oggi il Ministero, fuori tempo massimo, decide di convocare un tavolo assolutamente inconcludente – proseguono Tarlazzi e Napoleoni – che non ha portato a nessuna soluzione per le lavoratrici e i lavoratori. Le responsabilità di questa situazione vanno imputate alle aziende che continuano a lasciare inascoltate le nostre richieste”.
“Serve per quanto riguarda Trenitalia – proseguono – un adeguato piano di assunzioni e un equilibrio nella programmazione dei turni maggiormente sostenibile, gli equipaggi dei treni convivono ad esempio con un’eccessiva saturazione dei turni di servizio al punto di arrivare alla mancata concessione delle giornate di ferie. Per quanto riguarda Italo, invece, è inaccettabile che l’azienda si rifiuti di rinnovare il contratto e continui a lasciare in una fase di stallo negoziale e di distanza tra le parti le trattative soprattutto nella parte salariale offrendo un adeguamento indegno considerata l’attuale fase economica e inflattiva che erode il potere di acquisto delle retribuzioni”.
“Motivazioni più che legittime – concludono i due sindacalisti – che noi continueremo a portare avanti nonostante il Ministero compia simili atti di forza davvero preoccupanti per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori che manifestano per la tutela e il riconoscimento dei propri diritti”.
“Comprendiamo i buoni intenti, seppure molto tardivi, che hanno spinto il ministro Salvini a convocare i sindacati e le imprese ferroviarie nel tentativo estremo di rinviare l’azione di sciopero. Ma facciamo davvero fatica a capire la scelta della precettazione, con cui il ministro ha dimezzato l’iniziativa di protesta e imposto ai lavoratori di riprendere le attività alle 15.00 di domani”. È il commento del segretario generale Fast Confsal, Pietro Serbassi, in seguito all’ordinanza emessa dal Ministero dei Trasporti dopo l’incontro al Mit tra i sindacati e le società Trenitalia e Italo-Ntv. “Considerato che lo sciopero è stato proclamato da oltre un mese, la decisione, che tra l’altro getta forti ombre sul rispetto del diritto di sciopero da parte del governo, non farà altro che peggiorare un clima già fortemente pregiudicato”, ha aggiunto Serbassi.
e.m.