Alta inflazione e bassi salari, la cui pressione sul lavoro e sulla società inasprisce le disuguaglianze, richiedono interventi non più prorogabili da mettere in campo attraverso la sinergica congiunzione delle forze politiche, economiche e sociali. È questo il cuore della conferenza dal titolo “Inflazione e salari: quali politiche? L’urgenza di analisi informate e azioni efficaci”, che si è svolta questa mattina presso la Scuola di Economia e Studi Aziendali dell’Università Roma Tre. Un incontro tra esperti e istituzioni economiche seguito da una tavola rotonda con il leader del M5s, Giuseppe Conte, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, e i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Al centro del confronto
Naturale protagonista dell’intervento di Schlein è la proposta di legge presentata dalle opposizioni (Pd, Movimento 5 stelle, Azione, Avs e +Europa, ad eccezione di Italia Viva) sull’accordo sul salario minimo che fissa la soglia minima a 9 euro. “L’inflazione morde molto forte alle caviglie delle famiglie italiane motivo in più perché il governo consideri e approvi la proposta unitaria delle opposizioni, che vuol dire rafforzare la contrattazione collettiva e fissare una soglia minima di 9 euro all’ora”, argomenta Schlein sottolineando l’improrogabilità di agire con misure concrete su quelle “sacche di lavoro povero”. Ed è in questa direzione che si orienta la proposta di legge presentata proprio nei giorni scorsi, “forte e innovativa con radici nell’articolo 36 della costituzione che non vale solo per dipendenti, ma anche per gli autonomi. È una proposta a tutto tondo che guarda a come contrastiamo il lavoro povero”. L’affondo è rivolto al Decreto Lavoro, recentemente convertito in legge, e di conseguenza al governo, che ha contribuito ad aumentare la precarietà estendendo il ricorso ai contratti a termine “che rende più ricattabili i lavoratori”. Ma non solo, perché secondo la segretaria del Pd “sono tanti i versanti su cui il governo può e deve intervenire ascoltando le Parti sociali e prendendo anche le proposte che arrivano dall’opposizione”.
D’accordo anche Giuseppe Conte, firmatario della proposta sul salario minimo, che con il suo intervento chiosa una timida (ma agognata) intesa con il Partito Democratico: “Non si può chiudere gli occhi davanti alla realtà italiana: ci sono migliaia di lavoratori che vengono sfruttati e non portano a casa una busta paga dignitosa, noi difendiamo la dignità sociale. Io voglio sperare che Meloni, che ha già smantellato il reddito di cittadinanza e che ha precarizzato il lavoro, si renda conto che sta creando un disagio sociale e vediamo in altri paesi cosa comporta”. Crosetto ha dichiarato che è preoccupato per le disuguaglianze sociali che sono all’origine della rivolta in Francia, questo governo le sta acuendo”.
Quanto alle parti sociali, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha ribadito il suo apprezzamento per la proposta di legge delle opposizioni, ma la misura sarebbe del tutto insufficiente se non si dovesse arrivare ad una legge sulla rappresentanza. E aggiunge: “Con il governo stiamo facendo una serie d’incontri inutili e finti. Oggi non c’è nessuna trattativa vera e nessuna discussione con il governo”. Sulla stessa linea anche il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Se il salario minimo è agganciato ai contratti nazionali, com’è nella proposta presentata, noi siamo d’accordo. Non abbiamo paura e preoccupazione né di perdere potere né di misurarci”.
Elettra Raffaela Melucci