Oltre 30mila persone hanno riempito Piazza Maggiore di Bologna per la prima tappa della mobilitazione unitaria ‘Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti’ organizzata da Cgil Cisl e Uil, che si è svolta lo scorso sabato 6 maggio. “Un bellissimo inizio”, lo ha definito il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che si è avvicendato sul palco ai segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, e tanti altri tra lavoratori e pensionati. La giornata bolognese è cominciata con un corteo al quale ha aderito soltanto la Cgil. Poi tutti insieme in piazza dove, secondo gli organizzatori, sono arrivati almeno in 30mila. Per qualcuno è la prova per un futuro sciopero generale.
“Questa piazza alla propaganda non crede. Siamo stufi di chi vuol trasformare Palazzo Chigi in Beautiful”, tuona Landini arringando la piazza gremita. “Ci siamo stufati della propaganda e di chi pensa di trasformare Palazzo Chigi in Beautiful. Abbiamo bisogno del rispetto delle organizzazioni sindacali e oggi qui Cgil, Cisl e Uil stanno dimostrando che la maggioranza del Paese, la maggioranza dei lavoratori e dei pensionati, la maggioranza di chi paga le tasse e chi tiene in piedi questo Paese è con i sindacati e ha il diritto di essere coinvolto nelle scelte che vengono fatte, ma questo non sta avvenendo”. Il leader della Cgil ribadisce che “le politiche che sta facendo il governo non hanno il consenso del paese e c’è bisogno di cambiare musica. Occorre combattere la precarietà, aumentare i salari e per questo c’è bisogno di una riforma fiscale che colpisca la rendita e dia davvero spazio ai salari e alle pensioni e politiche che mettano al centro la qualità del lavoro e lo sviluppo del paese”. Oggi a Bologna, ha affermato, “è solo l’inizio. Il messaggio è che noi abbiamo bisogno di unire e non dividere il paese. Andremo avanti”. Per questo abbiamo detto al governo che non siamo più disponibili ad andare avanti come ha fatto in questi quattro mesi”. Questo governo, ha aggiunto il segretario “oggi con noi non vuole discutere. E’ un insulto essere chiamati la domenica sera per dirci cosa voglio fare la mattina dopo per comunicarci quello che hanno già deciso loro”. Landini fa un plauso alla grande partecipazione che ha gremito la piazza: “Una giornata come questa, con una piazza così piena che non si vedeva da tempo, manda un solo segnale: dove c’è l’unità dei lavoratori e delle organizzazioni, dovremo andare avanti. E noi non ci fermeremo fino a quando non avremo portato a casa i risultati. Fino alla fine”. E in merito alla possibilità di organizzare uno sciopero generale: “Non escludiamo nulla, gli scioperi generali non si minacciano ma si fanno quando è il momento di farli”.
Per il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, la chiave di volta per far ripartire il Paese è “il dialogo, con il confronto di idee e proposte. Insieme. Con una straordinaria e comune assunzione di responsabilità. Il sindacato sta dimostrando di averne moltissima. E la stiamo esercitando. Come è sempre stato nei momenti più difficili della nostra storia. Ma farebbe uno sbaglio clamoroso chi scambiasse questo nostro senso di responsabilità, persino questa pazienza, possa durare a lungo. Noi siamo più determinati che mai. E saremo più intransigenti che mai”.
Sbarra torna sulla convocazione tardiva del 30 aprile sui temi del Dl Lavoro che sarebbe stato approvato dal Cdm l’indomani, nel giorno della Festa del Lavoro: “La convocazione a Palazzo Chigi da parte della presidente del Consiglio poteva e doveva avvenire prima per avere più approfondimenti. Se l’incontro di domenica scorsa è il primo passo per tornare sulla via giusta, per aprire un percorso di dialogo strutturato, allora bene. Ma se invece resterà un episodio isolato, un gesto ‘diplomatico’ compiuto alla vigilia del primo maggio magari per tacitare il sindacato, allora sapremo tirare tutte le conseguenze del caso”. E su questa scia che Sbarra ribadisce: “Il percorso di mobilitazione andrà avanti fino a fine maggio. Abbiamo già da un pezzo realizzato nei luoghi di lavoro e nel territorio migliaia di assemblee. Oggi siamo a Bologna, sabato prossimo saremo a Milano, il 20 saremo a Napoli. Aspettiamo che il governo ci dia un forte segnale per un dialogo e un confronto che non può restare una tantum. Un albero non fa una foresta. Vogliamo un dialogo permanente, strutturato, per essere in grado di sostenere insieme la sfida della ripartenza del paese”.
Quanto all’adesione di alcune forze politiche alla manifestazione, tra cui la segretaria del Pd, Elly Schlein, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, Sbarra rivolge loro un plauso, ma sottolinea che “oltre alla partecipazione nelle piazze, chiediamo di impegnarsi sostenendo le nostre priorità in parlamento. Le manifestazioni sono squisitamente sindacali e restano centrate sulla piattaforma che abbiamo deciso unitariamente con Cgil, Cisl e Uil. Noi ci teniamo molto alla nostra autonomia”. Nonostante le aspre critiche sul rapporto con le parti sociali, Sbarra intravede un’apertura al dialogo da parte del governo: “Vediamo che c’è qualche iniziativa assunta per esempio dal ministro Salvini: il 10 siamo convocati al ministero delle infrastrutture. La ministra del lavoro Calderone ha anticipato la disponibilità a riprendere il confronto con noi anche sui temi del lavoro, della previdenza, delle pensioni. Aspettiamo, vigiliamo per capire se le disponibilità annunciate sono coerenti”.
“La piazza affollata di oggi è una bella risposta che può dare qualche segnale a chi dice che oggi c’è una manifestazione esclusivamente contro il decreto lavoro. Noi invece sosteniamo la necessità di un intervento su lavoro, previdenza e fisco su cui il governo continua a non dare risposte”. Sono queste le parole del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “Una mobilitazione, la nostra, partita prima del decreto perché in Italia c’è un problema di lavoro povero, precario e insicuro. E poi serve una riforma fiscale: in questo paese bisogna dare attenzione a chi le tasse le ha pagate, non a chi non le paga, oltre a una riforma delle pensioni con cui dare garanzie a giovani e donne. Su questo la piazza di oggi chiede risposte”.
e.m.