Ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario dell’istituto contrattuale delle 150 ore per il diritto allo studio, ottenuto per la prima volta dai metalmeccanici il 19 aprile del 1973 e poi diffuso dai principali accordi dell’industria, dei servizi e della pubblica amministrazione. L’istituto, che che ha segnato un decisivo passaggio verso l’apprendistato sociale e civico dei cittadini nell’Italia democratica, garantiva ai lavoratori dipendenti un monte ore massimo di permessi lavorativi retribuiti da impiegare in progetti ed attività riguardanti la formazione personale ed ha aperto la strada alle moderne pratiche ed esperienze di Lifelong Learning nel nostro Paese.
Tra gli anni Sessanta e Settanta il mondo operaio dell’industria si mobilitava con proteste e occupazioni per rivendicare un miglioramento delle condizioni lavorative e rimettere al centro la figura dell’operaio non solo come unità lavorativa, ma come individuo che si costituisce classe, cui spetta il riconoscimento di dignità e diritti alienati da un sistema capitalista sempre più autoritario.
Ma non solo: la coscienza di classe arriva ad abbracciare anche il tema della formazione e dell’educazione degli operai, che spesso approdavano in fabbrica non ancor maggiorenni e sprovvisti di un titolo di studio. Se la questione era già contemplata nello Statuto dei lavoratori, tuttavia riferita soltanto ai lavoratori studenti, fu nel solco delle lotte unitarie di Cgil, Cisl e Uil che nel 1973 la Federazione lavoratori metalmeccanici (FLM) concretizzò la proposta di inserire nel proprio CCNL una clausola riguardante il diritto allo studio estendibile a tutti gli operai, con la possibilità di usufruire di 150 ore totali di permessi da investire nella propria formazione ed educazione.
L’istituto contrattuale delle 150 ore rappresenta quindi un vero e proprio movimento di emancipazione culturale che ha inciso fortemente sulla qualità della vita di milioni di persone in tutta Italia, sul movimento dei lavoratori e sulla scuola e la sua rievocazione si rende più che mai attuale se inserita al centro del dibattito sull’importanza della cultura come strumento di cambiamento, inclusione e consolidamento del diritto civile.
Questo e molto altro è al centro dell’articolata di riflessione di Francesco Lauria “Le 150 ore per il diritto allo studio. Analisi, Memorie, Echi di una straordinaria esperienza sindacale” (Edizioni Lavoro, 2023), un prezioso volume edito per la prima volta nel 2011 e giunto oggi alla sua terza edizione proprio in occasione del cinquantenario delle 150 ore. Il libro nei suoi contenuti aggiornati sarà presentato dall’autore nel corso del convegno nazionale “Diritto allo studio ed educazione degli adulti nell’Italia repubblicana. Nel cinquantesimo anniversario delle 150 ore” che si svolgerà a Viterbo (Aula Magna dell’Università della Tuscia), il 17 e 18 aprile.
Di seguito il link alla scheda del libro di Francesco Lauria: http://www.edizionilavoro.it/catalogo/fuori-collana/le-150-ore-per-il-diritto-allo-studio-1
Elettra Raffaela Melucci