Per il Governo è “estremamente importante” il confronto con i rappresentanti dei lavoratori e “l’ha dimostrato Giorgia Meloni partecipando al congresso della Cgil”. Così il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, durante la presentazione del Patto per l’industria proposto questa mattina a Roma dalla Cisl, nel corso di un convegno presso l’Auditorium di Via Rieti.
Il Governo, ha detto Urso, vuole realizzare “un confronto serrato sia con i sindacati che con le imprese, per delineare quello che serve a questo Paese, quello che manca da tanti anni: una vera e significativa politica industriale che salvaguardi, rafforzi e rilanci la produzione nazionale, le punte di eccellenza del made in Italy, i settori strategici su cui si sostanzia la nostra industria competitiva nel mondo. Nel contempo, in sintonia con la vera politica industriale europea che stiamo contribuendo a realizzare, anche con la fermezza che giustamente manifestiamo a tutela dei nostri interessi”. Urso si riferisce alla questione dell’auto elettrica, che l’Italia, assieme alla Germania, ha messo in stand by, sostenendo la necessità di aprire anche ai biocarburanti.
Urso ha inoltre ricordato che “si fa politica industriale anche riformando gli incentivi”, annunciando una legge delega al proposito. “Ci sono 229 incentivi nazionali, 1.753 diversi incentivi regionali. Una giungla inestricabile che soffoca il sistema imprenditoriale invece di aiutarlo”. Il ministro ha spiegato che con la riforma in discussione in Parlamento “semplificheremo, daremo l’indirizzo specifico di politica industriale insieme con le Regioni affinché le imprese possano utilizzare appieno le risorse che lo Stato mette in campo”. Parallelamente, ha aggiunto, “abbiamo messo in campo un una delega fiscale che contiene altri elementi di politica industriale, per esempio gli investimenti in innovazione e di contribuzione per i nuovi assunti, che vanno coniugati con la riforma degli incentivi. Così realizzeremo compiutamente una politica industriale per il nostro Paese”.
Apprezzamento per le parole del ministro da parte del segretario della Cisl Luigi Sbarra, che nel suo intervento aveva ricordato la necessità di affrontare le tante crisi aperte: “Ci sono circa 70 tavoli di crisi industriale che riguardano i comparti della metalmeccanica, chimica, industria alimentare ed edilizia, che mettono in discussione quasi 100mila posti di lavoro”.
La Cisl, pertanto, “apprezza” l’impostazione del ministro Urso, che “in questi ultimi due mesi ha messo in campo un confronto molto strutturato e permanente con le organizzazioni sindacali confederali e di categoria sui temi della siderurgia, automotive, Stellantis, sistema moda, chimica e farmaceutica, industria alimentare e telecomunicazioni”. Una impostazione “che condividiamo e che va rafforzata da un maggiore protagonismo del Governo nel definire una nuova visione di politica industriale ed energetica”. Senza dimenticare, ha concluso Sbarra, di rivolgere lo sguardo al Sud: “c’è un progressivo processo di desertificazione industriale nelle aree meridionali e senza il Sud il Paese non riparte”.
n.p.