Si è tenuta a Roma la consueta Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’industria metalmeccanica e meccatronica italiana, arrivata oggi alla sua 165ª edizione. Il quadro che è emerso dall’indagine è poco incoraggiante dal punto di vista dell’attività produttiva del settore nel 2022, segnando un -0,4 rispetto al 2021. Ancora meno incoraggiante le attività della Metallurgia, che negli ultimi due trimestri del 2022 hanno segnato cali tendenziali produttivi a doppia cifra, non registrati altrove nel settore.
Ma sono emersi segni positivi: andando a vedere nel dettaglio dell’indagine, il direttore generale di Federmeccanica Stefano Franchi ha sottolineato come la tendenza della produzione metalmeccanica è in salita, infatti nel quarto trimestre è emerso un aumento dell’1,3% rispetto al precedente. “Questo dato può definirsi la luce che sia accende – precisa Franchi – però allo stesso tempo c’è l’ombra lunga del risultato dell’anno intero che invece segna ancora un dato negativo.”
A livello europeo, nella media dell’anno, la flessione produttiva registrata per il settore metalmeccanico si confronta con i risultati positivi realizzati dai principali paesi della UE.
“L’autunno è passato un meno caldo di quello che immaginavamo e questo ha causato un po’ di entusiasmo – ha sottolineato il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin -. Sono orgoglioso dell’industria metalmeccanica che nonostante tutto continua a incrementare la propensione agli investimenti. Perché non è detto che gli investimenti vadano sempre bene dato che si stanno facendo in un clima di tensione dei margini, che è il fattore che mi preoccupa di più.”
Infatti, dal rapporto è emerso che nel 2022 i prezzi alla produzione sono aumentati in termini tendenziali del 12,3%. Tali dinamiche, si legge nel rapporto, hanno un impatto negativo sulla competitività di molte imprese con ricadute sui margini di profitto già condizionati dai costi dell’energia: il 64% delle imprese ha registrato una riduzione del Margine Operativo Lordo.
Inoltre, nel quarto trimestre del 2022 la percentuale di imprese sofferenti per i costi dell’energia, è sempre molto alta, e pari al 71%, nonostante l’attenuazione registrata dei prezzi sui mercati internazionali. L’intervento governativo, per Visentin, c’è stato sul fronte dei costi energetici, ma i problemi da affrontare sono molteplici e serve lavorare con il governo: “c’è un tema di scorte che si sono generate e che devono essere smaltite. Teniamo conto sia dei prezzi elevati delle scorte, oppure dei prezzi aumentati dei tassi di interesse che si stanno prospettando, insomma tutto questo non aiuta il settore. Noi dobbiamo cercare di lavorare con questo messaggio anche nei confronti del governo per trovare delle condizioni di costruire insieme delle politiche industriali che vadano a rafforzare il settore della manifattura.”
Per il Vicepresidente di Federmeccanica, Diego Andreis, presente alla presentazione, sottolinea come in un confronto europeo “l’Italia ha fatto meno bene rispetto agli altri paesi, ma con un export molto vivace, forte. Cina e USA però stanno andando verso delle politiche di protezionismo abbastanza esplicite.”
Sul fronte della formazione, Andreis spiega come si senta parlare molto poco sul tema di ricerca e sviluppo “auguro che venga rimesso al centro, insieme alla formazione. Un rapporto continuo tra scuola e imprese è fondamentale. In un nostro recente studio emerge chiaramente che i giovani, tanti giovani ma non tutti fortunatamente, sono distanti dall’industria. Addirittura in tanti dichiarano di non sapere di cosa sostanzialmente si tratti e di cosa ci si occupi. Quindi dobbiamo continuare in una campagna di racconto, con nuovi linguaggi, nuovi modi per parlare con i giovani, le famiglie, gli educatori, che sono sostanzialmente loro che orientano la scelta dei nostri ragazzi, che evidentemente oggi scelgono percorsi che di fatto portano a un mismach evidente.”
Emanuele Ghiani