Effetto Superbonus sul deficit-Pil. Nel 2022 l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -8%, a fronte del -9% nel 2021. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che “il valore dell`indebitamento per gli anni 2020 e 2021 è stato rivisto a seguito del cambiamento introdotto nel trattamento contabile dei crediti di imposta”.
Il rapporto tra l`indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche e il Pil “ha registrato un miglioramento rispetto al 2021”, ha spiegato l’Istituto. In valore assoluto l`indebitamento per il 2022 è di -153.447 milioni di euro, in diminuzione di circa 7,8 miliardi rispetto a quello dell`anno precedente.
Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,7% (-5,5% nel 2021). Il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle A.P.) è negativo e pari a -26.353 milioni di euro superiore a quello del 2021 (-24.574 milioni), risultato di un`aumento delle uscite correnti (circa 62,1 miliardi) a fronte di una crescita meno marcata delle entrate correnti di circa 60,3 miliardi di euro.
Il rapporto debito/Pil è sceso, nel 2022, al 144,7% rispetto 149,8% del 2021. L’Istat ha spiegato che, alla luce del nuovo quadro interpretativo e a seguito dell`esito degli approfondimenti metodologici condotti congiuntamente da Istat e Eurostat, è mutato il trattamento contabile del “Superbonus 110%” e del cosiddetto “Bonus facciate” a partire dall`anno di stima 2020.
Entrambi i crediti di imposta sono ora classificati come crediti di imposta di tipo “pagabili”, e registrati nel conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche come spese per l`intero ammontare, coerentemente con il momento di registrazione previsto dal Mgdd 2022, ossia nel momento di sostenimento della spesa di investimento agevolata. Nelle precedenti stime, entrambe le agevolazioni erano state classificate come crediti di imposta di tipo “non pagabili” ed erano quindi registrate come minor gettito nell`anno di utilizzo del credito (quindi, come minore entrata tributaria).
La modifica ha comportato una revisione nel rapporto deficit/Pil per gli anni 2020 e 2021 pari rispettivamente a -0,2 e -1,8 punti percentuali.
E.G.