Accelerare la trasformazione digitale e tecnologica dei servizi sociali da parte dei governi, delle autorità pubbliche e delle agenzie coinvolte nel loro sviluppo e nella loro erogazione è fondamentale per raggiungere le persone nelle loro case e comunità. Alle 31esima Conferenza europea dei servizi sociali (ESSC 2023) discuteremo di come i progressi tecnologici possano contribuire a migliorare l’erogazione dei servizi sociali semplificando l’accesso e la condivisione delle informazioni, migliorando il coordinamento tra i servizi, incoraggiando l’intervento precoce, sostenendo il processo decisionale e promuovendo l’autonomia e la scelta delle persone. La conferenza metterà in evidenza la ricerca e la pratica sull’innovazione nei servizi sociali attraverso la tecnologia; sviluppi informatici per l’inclusione sociale, l’accessibilità o l’autonomia; miglioramenti organizzativi e della forza lavoro, o gestione dei dati per il processo decisionale. La Conferenza europea dei servizi sociali 2023 si sforza di essere un evento pienamente equo, inclusivo, sostenibile e accessibile. La pianificazione di ogni aspetto della conferenza è fatta in sintonia con le linee guida per un evento equo, come stabilito dalla città di Malmö che aderisce anche alla legge svedese sulla discriminazione che, tra le altre cose, impone determinati requisiti per l’accessibilità e specifica la protezione basata su una serie di caratteristiche e forme di discriminazione riconosciute. Il principio fondamentale di queste linee guida è che ogni persona è uguale in dignità e diritti, e quindi ogni persona dovrebbe avere pari opportunità di raggiungere il proprio potenziale umano. Sono state fatte considerazioni chiave per garantire la sostenibilità di ESSC 2023. Questi includono la scelta di un luogo che sia un edificio certificato LEED, riducendo al minimo gli sprechi, in particolare gli sprechi alimentari, e promuovendo l’uso dei trasporti pubblici ove possibile.
Noi come TutteperItalia, come componenti ESN porteremo le nostre iniziative sui Caregivers familiari che a tutt’oggi sono privi di adeguata legislazione nazionale tenuto conto che è stato Accolto il ricorso presentato nel 2017 da Confad, in cui si denunciavano il vuoto legislativo, la mancanza di tutele e la violazione di diritti. Il 3 ottobre il pronunciamento del Comitato per i diritti delle persone con disabilità L’Onu condanna l’Italia, per il mancato riconoscimento della figura del caregiver familiare e le conseguenti assenza di tutele e violazione di diritti: così il Comitato per i diritti delle persone con disabilità, il 3 ottobre scorso, ha accolto il ricorso presentato nel 2017 dallo Studio Saccucci & partners, su iniziativa e con il supporto di Confad, tramite l’allora presidente Maria Simona Bellini. Nel ricorso si denunciava il vuoto legislativo che di fatto impedisce al caregiver familiare, nel nostro Paese, di essere riconosciuto e sostenuto. La decisione di accoglimento del ricorso accerta la violazione da parte dell’Italia degli obblighi internazionali, assunti con la ratifica della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità del 2006. Ratifica che avrebbe dovuto segnare ‘un importante traguardo per il Paese intero. La capacità di risposta ai bisogni delle persone con disabilità è uno degli indicatori principali di un welfare moderno, maggiormente inclusivo, equo ed efficiente, come si legge proprio nella Presentazione della Convenzione recepita dal nostro Paese. Nel nostro sistema welfare, invece, il legislatore ha sempre ignorato l’importanza e il valore intrinseco per l’intera società dei caregiver familiari, che si dedicano 24 ore su 24 alla cura e all’assistenza dei propri congiunti non autosufficienti, costantemente esposti a un elevato rischio di esaurimento fisico e psicologico Ora l’Italia è tenuta a dare un riscontro scritto entro 6 mesi. Speriamo che questo pronunciamento suoni come un campanello d’allarme. Il nuovo governo dovrà affrontare tante emergenze, ma speriamo che questo tema entri tra le priorità dell’attuale esecutivo, perché trovi una cornice legislativa adeguata. Ci impegneremo per fare in modo che ci siano ampie risposte sul piano politico: non è possibile che l’Italia sia agli ultimi posti in Europa e nel mondo nell’inclusione delle persone disabili e nella tutela dei caregiver familiari. C’è molto da fare, serve una rivoluzione culturale.
Come TutteperItalia saremo il 13 gennaio 2023 a Bologna essendo componenti del tavolo interistituzionale per la prevenzione delle malattie professionali composto da Comune di Bologna, Istituto Ramazzini, Tutteperitalia, Fondazione Ant, Ordine dei medici e chirurghi, Noiperbologna, Inail, Inps, Cgil, Cisl, Uil, Regione Emilia Romagna e Coldiretti Bologna. In quell’occasione, preso la Sala SS.Trinità Via S.Stefano 87 dalle 9, 30 alle 12,30, si terrà il Seminario di studio riflessione e proposte: caregivers familiari.
Valutiamo insieme la situazione e condividiamo una proposta utile. In data 3 ottobre 2022, il Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità ha riscontrato la mancanza, nell’ordinamento giuridico nazionale, di misure efficaci per il sostegno dei caregiver familiari. la figura del caregiver familiare viene definita per la prima volta a livello statale dall’articolo 1, comma 255, della legge di bilancio del 2018. La medesima legge di bilancio per l’anno 2018 ha istituito un fondo con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020, successivamente incrementata di 5 milioni di euro per gli anni 2019, 2020 e 2021. Il fondo era originariamente destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività prestata dal caregiver familiare è stato distribuito, ripartito annualmente tra le regioni . Alessandra Servidori e Raffaella Pannuti insieme a Nicoletta Morganti, Barbara Maiani, Andrea Mazzetti, Carla Facchini con la partecipazione di Presidenza Lega Coop Bo, Francesco Comellini Osservatorio disabilità, un rappresentante di Confad, affronteremo il tema individuando proposte condivise. E’ gradita la partecipazione delle associazioni familiari e loro contributi.
Alessandra Servidori