La crescita dell’occupazione in Italia è proseguita nel secondo trimestre, ma sono in ripresa anche gli infortuni e le malattie professionali. Lo riporta la Nota trimestrale sulle tendenze dell`occupazione curata da Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal sulla base di diverse fonti di dati e indicatori armonizzati e rielaborati.
Nel secondo trimestre 2022, si legge, l`input di lavoro, misurato in Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), è aumentato in termini congiunturali (+1,2% rispetto al primo trimestre 2022) e su base annua (+4,9% rispetto al secondo trimestre 2021); la stessa dinamica si rileva per il Pil, in crescita rispettivamente di +1,1% e +4,7%. L`occupazione, a sua volta, aumenta rispetto sia al trimestre precedente sia al secondo trimestre 2021.
Più nel dettaglio, rispetto al trimestre immediatamente precedente la crescita dei dipendenti si osserva in termini sia di occupati (+1,0%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative del settore privato extra-agricolo (+1,2%, Istat, Rilevazione Oros) che aumentano nell`industria in senso stretto (+0,5%), nelle costruzioni (+2,3%) e nei servizi (+1,4%). La crescita delle posizioni lavorative dipendenti trova conferma nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ricavati dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate1 che, in tre mesi, evidenziano un aumento di 159 mila posizioni, a tempo indeterminato (+88 mila rispetto al primo trimestre 2022) e a tempo determinato (+71 mila; Tavola 2).
Nel secondo trimestre 2022 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state 2 milioni 806 mila (+3,6% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 647 mila (+4,6%).
L`occupazione dipendente è in aumento anche su base annua, prosegue lo studio, in termini di occupati (+3,6% in un anno, Istat-Rfl) e di posizioni lavorative dei settori dell`industria e dei servizi (+5,9%, Istat-Oros). Le posizioni lavorative aumentano nei dati delle CO (+735 mila rispetto al secondo trimestre del 2021), in tutti i settori di attività economica, con l`unica eccezione di quello agricolo; tale dinamica positiva trova conferma nei dati Inps-Uniemens (+682 mila posizioni in un anno; Tavola 1), con differenze sostanzialmente imputabili al diverso perimetro di osservazione.
Prosegue la crescita tendenziale delle posizioni lavorative a tempo indeterminato sia nei dati delle CO (+310 mila rispetto al secondo trimestre 2021) sia in quelli Inps-Uniemens (+287 mila in un anno). Ancora più marcata la dinamica positiva delle posizioni a tempo determinato, tanto nei dati delle CO (+425 mila posizioni; Tavola 2), quanto in quelli di Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (+395 mila posizioni) che comprendono il lavoro in somministrazione e a chiamata1.
Nel secondo trimestre 2022 il numero dei lavoratori in somministrazione presenta un`ulteriore crescita raggiungendo le 485 mila unità (+50 mila, +11,5% nei dati Inps-Uniemens rispetto al secondo trimestre 2021). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti continua a crescere in modo sostenuto (+91 mila, +48,2% rispetto al corrispondente trimestre del 2021 nei dati Inps-Uniemens), sebbene a ritmi meno intensi dello scorso trimestre, attestandosi a 280 mila unità (Figure 5 e 6).
Dai dati delle CO, nel secondo trimestre 2022, il 37,0% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (il 13,3% un solo giorno), il 36,0% da due a sei mesi, e meno dell`1,0% supera un anno (Figura 4). Nel complesso, si riscontra un aumento dell`incidenza sul totale delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (23,7% fino a una settimana, +3,9 punti rispetto al secondo trimestre 2021) e la riduzione dell`incidenza per le altre classi di durata, a eccezione di quella da 6 mesi a un anno che è in crescita (15,4%, +1,2 punti).
Nel secondo trimestre del 2022 l`utilizzo del Contratto di Prestazione Occasionale, si legge, è rimasto in linea con i valori del 2021 coinvolgendo mediamente, ogni mese, circa 15 mila lavoratori. Nello stesso periodo del 2022, il Libretto Famiglia registra in media mensile circa 12 mila prestatori.
Il lavoro indipendente, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl), rimane stabile in termini congiunturali e aumenta su base annua (+36 mila occupati, +0,7%). La crescita congiunturale dell`occupazione (+175 mila, +0,8%), sempre secondo i dati Rfl, si associa alla diminuzione dei disoccupati e degli inattivi di 15-64 anni; anche su base tendenziale l`aumento degli occupati (+677 mila, +3,0%) si accompagna al forte calo delle persone in cerca di occupazione (-382 mila, -16,0%) e degli inattivi 15-64enni (-588 mila, -4,4% rispetto al secondo trimestre 2021; Tavola 1 e Tavola 3).
Sempre nel periodo in esame, gli infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all`Inail nel secondo trimestre del 2022 sono stati 158 mila (137 mila in occasione di lavoro e 21 mila in itinere), 39 mila denunce in più (+32,8%) rispetto all`analogo trimestre del 2021 (Tavola 1). Le denunce di esiti mortali sono state 232 (166 in occasione di lavoro e 66 in itinere), una in più rispetto al secondo trimestre del 2021 (+0,4%). L`aumento tendenziale tra i due trimestri è fortemente condizionato dal diverso andamento della pandemia da nuovo Coronavirus: l`impennata dei contagi professionali a inizio anno 2022 si è poi ridotta nel corso del secondo trimestre mantenendosi però su numeri molto più elevati rispetto a un anno prima (quasi il quintuplo di quanto rilevato nel secondo trimestre 2021).
Depurando i dati dalle denunce da Covid-19 si registra comunque un sensibile aumento degli infortuni nel secondo trimestre del 2022, caratterizzato d`altronde da una fase economica espansiva rispetto allo stesso periodo del 2021, con una consistenza numerica che, al netto dei contagi, torna ai livelli del secondo trimestre 2019.
Le malattie professionali denunciate all`Inail e protocollate nel secondo trimestre del 2022 sono state 16.637, 1.290 casi in più (+8,4%) rispetto all`analogo periodo dell`anno precedente. Il numero di denunce torna a collocarsi sugli stessi livelli del 2019 (99 casi in meno), mentre, conclude la nota, risultano sensibilmente superiori a quelle pervenute nello stesso periodo del 2020 (+164,2%) caratterizzato da un notevole calo delle denunce per le restrizioni legate al contenimento della pandemia.
E.G.