Il diario del lavoro ha intervistato il coordinatore nazionale della Fp Cgil del Corpo dei Vigili del Fuoco Mauro Giulianella per chiedere qual è la situazione sulla mancanza del personale, spesso denunciata dal sindacato. Per Giulianella, il problema di fondo è nella logica del turnover, che ha portato nel tempo il Corpo ad avere una età media di 47 anni.
Giulianella, qual è la situazione dell’organico del Corpo dei Vigili del Fuoco?
Noi abbiamo una dotazione organica reale e una teorica: in quella teorica dovremmo essere 39.500 unità, mentre attualmente in servizio abbiamo 35.000 unità, di cui 33.000 sono con ruoli operativi e 2000 con ruolo tecnico professionale. Quindi abbiamo una carenza di 4.500 unità. Il problema di questa mancanza è legato principalmente a come è strutturato il nostro turnover.
Come funziona il meccanismo di turnover?
Il 31 dicembre di questo anno andranno in pensione circa 1.000 unità, e questa cifra sarà costante anche nei prossimi anni. Queste unità potranno essere assunte a copertura tra due anni. Quindi abbiamo una scopertura di due anni. Si deve mettere mano a questa norma, per permetterci di assumere immediatamente per la copertura del turnover, altrimenti saremo sempre in carenza. Infatti la nostra richiesta è bypassare questa norma.
Qual è il senso del legislatore di fare aspettare due anni per il turnover?
Nel pubblico impiego il turnover funziona sempre così. Perché l’investimento economico è previsto con un meccanismo che va riconfermato attraverso la legge di bilancio. Quindi c’è bisogno dell’autorizzazione ad assumere. Ecco perché chiediamo solo per il Corpo dei Vigili del Fuoco l’anticipo di un biennio del turnover, in modo da scavalcare questo meccanismo e avere così modo di assumere subito dopo i pensionamenti. Fortunatamente l’amministrazione si sta’ impegnando affinché tutto questo possa avvenire.
Inoltre immagino che con i cambiamenti climatici in corso ci sia ancora più bisogno di personale
Si esatto, sono aumentati gli interventi, da 700.000 degli ultimi tre anni siamo passati a 1 milione. Questi aumenti di interventi non sono seguiti un aumento di personale. Ecco perché noi chiediamo che la dotazione organica del Corpo, dalle 39.500 unità passi a 45.000 unità, di cui 40.000 operative e 5.000 unità tecnico-professionali, queste ultime fondamentali perché una loro mancanza ci priverebbe di autonomia e immediatezza nel rispondere alle esigenze del cittadino.
Quindi a differenza degli altri enti pubblici avete bisogno di immediatezza nelle assunzioni per motivi di carattere emergenziale operativo
Si, senza togliere niente agli altri enti, noi non dobbiamo ricoprire ruoli amministrativi, il nostro è un problema operativo, serve subito pronto un altro vigile del fuoco per sostituire il pensionato e risolvere così le problematiche che affrontiamo nel quotidiano.
Come funzionano le assunzioni?
Avvengono attraverso i concorsi, quindi il primo aspetto da affrontare è la possibilità di bandirli immediatamente. Inoltre vorremmo l’ingresso di personale giovane; rendiamoci conto che l’età media è di 47 anni e per la tipologia di lavoro del Corpo non è una buona media. Per fare questo, dovremmo fare dei concorsi cadenzati almeno ogni due o tre anni massimo in modo da avere sempre la possibilità di attingere dalle graduatorie che si vengono a creare a ogni concorso. Il meccanismo è questo: l’ultimo concorso bandito è per 300 posti a Vigili del Fuoco. I vincitori saranno solamente questi. L’età massima per entrare nei vigili del fuoco è 26 anni. La durata della graduatoria sarà di circa tre anni. Significa che i 300 vincitori si assumeranno subito al primo corso utile su come diventare un Vigile del Fuoco, che dura circa 9 mesi. Gli altri, che hanno partecipato ma non sono arrivati tra i primi 300, sono comunque in graduatoria e considerati idonei, quindi si possono assumere dopo. Il Corpo può attingere dalla graduatoria degli idonei, a seconda delle necessità, e generalmente sono circa 3.000 unità.
Nel frattempo che venga fatto il concorso come assumete?
In attesa che questa graduatoria dei 300 prenda corpo, cioè che si concluda l’iter concorsuale dato che c’è la prova scritta e poi la prova ginnica, noi possiamo assumere dal concorso precedente dei 250 posti e dal concorso per la stabilizzazione. Per il concorso 250 in realtà c’è un problema, perché sta scadendo e c’è in corso una indagine della magistratura su degli illeciti; per farla breve, se il concorso 250 saltasse, il Corpo non saprebbe da dove attingere per le nuove assunzioni. Fino a quando non si parte con il concorso dei 300 non abbiamo altre graduatorie dove attingere.
Vi rimane il concorso per la stabilizzazione che accennava prima, in cosa consiste?
Premetto che questo personale non è precario come lo chiamano in molti. Questi lavoratori si rendono disponibili, attraverso dei richiami dell’amministrazione, e che affiancano il personale del Corpo con attività correlate al soccorso.
Se si alzasse il numero di potenziali vincitori al concorso, da 300 a 600 ad esempio, si velocizzerebbero le assunzioni?
No, quel numero non ci vincola molto, perché potremmo fare partire i corsi per i primi 300 e anche il giorno stesso attingere agli idonei e fare altri corsi. Il nostro vincolo è legato al turnover, cioè che possiamo reintegrare quelle persone che sono andate in pensione solo due anni dopo. Inoltre, stiamo lavorando con l’amministrazione per riuscire ad aumentare il numero delle persone assumibili durante l’anno, quindi fare corsi di formazione per almeno 1.000 o 1.500 persone; solo che per riuscirci ci servirebbe una logistica ben strutturata. Ci vogliono le strutture. Capannelle ad esempio, dove abbiamo la scuola centrale, oggi riesce a fare al massimo un corso per 700 persone l’anno ed è già in difficoltà con questi numeri. Dovremmo immaginare di strutturare delle scuole e logistiche efficienti. Altrimenti non riusciremmo mai a recuperare le unità che mancano ogni anno.
Avete anche chiesto di partecipare come Corpo dei vigili del Fuoco ai piani di emergenza comunali e regionali.
Si, vogliamo partecipare alla stesura dei piani di emergenza, dove ci sia una sinergia tra i vari enti che sono chiamati alla protezione civile e che ci si avvalga anche della professionalità del Corpo. Se riesce a collaborare alla scrittura di questi piani, il Corpo ha sotto controllo il territorio in cui lavora e può operare con più efficienza. Non è possibile che questo non sia normato. L’art. 10 del codice di protezione civile già racconta che il Corpo ha la competenza di coordinare e affrontare i casi di emergenza. Bisogna fare questo passo in più per renderlo effettivo.
Emanuele Ghiani