Nel secondo trimestre gli occupati sono 175 mila in più rispetto al primo trimestre 2022 (+0,8%), a seguito della crescita dei dipendenti a termine (+48 mila, +1,6% in tre mesi), ma anche di quelli a tempo indeterminato (+126 mila, +0,8%); diminuisce invece sia il numero di disoccupati (-97 mila, -4,6% in tre mesi), sia quello degli inattivi di 15-64 anni (-121 mila, -0,9%). I tassi seguono la stessa dinamica: +0,5 punti per il tasso di occupazione, che raggiunge il 60,2%, -0,4 e -0,3 punti, rispettivamente, per i tassi di disoccupazione e di inattività 15-64 anni. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che il numero di occupati, stimati dalla Rilevazione sulle forze di lavoro al netto degli effetti stagionali, sale a 23 milioni 150 mila.
In termini tendenziali, l`aumento dell`occupazione (+677 mila unità, +3% in un anno), oltre a coinvolgere i dipendenti a tempo indeterminato (+396 mila, +2,7%) e a termine (+245 mila, +8,3%),riguarda, seppur con minore intensità, anche gli indipendenti (+36 mila, +0,7%); prosegue il forte calo del numero di disoccupati (-382 mila in un anno, -16%) e di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-588 mila, -4,4% in un anno). La dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione, al 60,5%, (+2,3 punti rispetto al secondo trimestre 2021) che si associa alla diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-1,6 e -1,3 punti, rispettivamente).
Rispetto al secondo trimestre 2021, dunque, risulta ancora in calo il numero delle persone in cerca di occupazione, la cui stima scende a 2 milioni 6 mila unità (-382 mila in un anno, -16%). In particolare diminuiscono sia gli individui con precedenti esperienze di lavoro sia coloro in cerca di prima occupazione. Il calo più marcato per i disoccupati di breve durata (-18,1% rispetto a -14% di coloro che sono in cerca di lavoro da almeno un anno) porta la quota di chi è alla ricerca di lavoro da almeno 12 mesi al 59,8% dei disoccupati (+1,4 punti), per un totale di 1 milione 199 mila persone.
Il tasso di disoccupazione scende all`8% (-1,6 punti in un anno) e diminuisce soprattutto tra i giovani e i residenti nel Mezzogiorno.
Diminuiscono, poi, gli scoraggiati (-87 mila, -8,1%), coloro che si dichiarano in attesa degli esiti di passate azioni di ricerca (-132 mila, -18,7%) e anche coloro che non cercano un`occupazione per altro motivo (-313 mila, -14,0%), inclusa l`attesa di riprendere il proprio lavoro. Con minore intensità, diminuisce anche il numero di quanti non cercano lavoro per ragioni di studio (-57 mila, -1,3%) o familiari (-13 mila, -0,4%), motivazioni che insieme coinvolgono più della metà degli inattivi di 15-64 anni.
Dal lato delle imprese, nel secondo trimestre, la domanda di lavoro prosegue la sua sostenuta crescita. L`aumento congiunturale delle posizioni totali si attesta allo 0,8% nell`industria e all`1,4% nei servizi privati, con variazioni di intensità diversa nelle sue componenti: nei full time si registra una variazione positiva dell`1% nell`industria e del 2% nei servizi; per i part time invece l`aumento è più ridotto, pari allo 0,2% nell`industria e allo 0,5% nei servizi.
La crescita tendenziale delle posizioni lavorative è più marcata nei servizi rispetto all`industria (+6,8% contro 4,2%), così come nelle componenti full time rispetto ai part time: nei servizi la crescita è pari rispettivamente al 7,5% e al 5,7%, mentre nell`industria scende al 4,6% per i full time e all`1,6% per i part time. La quota dei part time sul totale delle posizioni a tempo parziale si attesta al 12,2% nell`industria (-2,4 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2021) e al 38,7% nei servizi (-1 punto percentuali).
La sostenuta crescita delle posizioni lavorative in somministrazione osservata negli ultimi sette trimestri si interrompe e si osserva una riduzione pari al 2,1% in termini congiunturali (-1,7% tempo pieno e -3,1% tempo parziale); decelera inoltre la dinamica crescente in termini tendenziali, con un aumento dell`11,4% (+14,4% full time e +3,3% part time).
Si riduce infine il peso della componente part time sul totale delle posizioni in somministrazione, che scende a 24,5% (-7,2 punti percentuali in termini tendenziali).
Il monte ore lavorate aumenta su base congiunturale (dati destagionalizzati) di 1,5% nell`industria e di 3,2% nei servizi; in termini tendenziali (al netto degli effetti di calendario) di 6,5% e 14,3% rispettivamente.
Nell`industria le ore lavorate per dipendente aumentano dello 0,4% rispetto al trimestre precedente (dati destagionalizzati), mentre aumentano del 2,2% rispetto al secondo trimestre 2021 (al netto degli effetti di calendario); nei servizi si osserva un incremento su base sia congiunturale che tendenziale, pari rispettivamente all`1,8% e all`8,2%.
Nel secondo trimestre 2022, le imprese industriali e dei servizi privati hanno utilizzato 8 ore di Cig ogni mille ore lavorate, 70,5 ore in meno rispetto allo stesso trimestre del 2021. In particolare, nell`industria sono state utilizzate 10,9 ore (40,7 ore in meno rispetto al secondo trimestre 2021) e nei servizi 6 ore (91,7 ore in meno).
L`incidenza delle ore di straordinario sulle ore lavorate è pari al 3,1%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2021.
tn