Non sono un fan dell’intervento legislativo sulle materie che riguardano i rapporti di lavoro, però mi rendo conto che un segnale di unità o meglio di uniformità è importante per la “saldezza” dell’Unione Europea. Sottolineo anche che il salario minimo non risolve il problema del lavoro che c’è e soprattutto di quello che manca ( il salario, come noto, è solo una parte del problema), ma è un’idea d’inizio.
A questo punto è lecito pensare che in un paese moderno che vuole costruire e accompagnare un nuovo modello di sviluppo, le grandi organizzazioni sindacali e imprenditoriali dovrebbero essere già sedute al tavolo negoziale. Un tavolo per un’ intesa che “aggiusti” la direttiva sul salario minimo al sistema contrattuale italiano; un tavolo che fornisca al Parlamento, che dovrà comunque recepire la norma, un modello già concordato tra i protagonisti del mondo del lavoro che pur nel rispetto delle singole competenze e responsabilità, non potrà essere ignorato.
Dovrebbero! Ma non sarà così.
Valerio Gironi
P.S.: naturalmente sarei felicissimo di essere smentito