L’Unione europea deve modificare i propri trattati, abolire il diritto di veto in politica estera, e accelerare il processo d’integrazione in diversi settori. È la visione del futuro dell’Europa che ha esposto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento oggi a Strasburgo davanti alla plenaria del Parlamento europeo.
In estrema sintesi, Draghi ha proposto di creare un’Unione della Difesa che ottimizzi e coordini gli investimenti degli Stati membri nel settore, di allargare ulteriormente l’Ue accogliendo i paesi dei Balcani occidentali e, al più presto, anche l’Ucraina, di riformare finalmente la politica d’immigrazione e asilo cambiando il regolamento di Dublino; ha avvertito che ci sarà un “profondo riorientamento geopolitico destinato a spostare sempre più il suo asse strategico verso Sud”, nel Mediterraneo, dove Africa e Medio Oriente offrono “enormi opportunità” per le energie rinnovabili.
Il presidente del Consiglio ha continuato garantendo l’appoggio italiano a tutte le sanzioni anche future dell’Ue nei confornti della Russia, “anche quelle del settore energetico”, e ha sollecitato l’introduzione di un “tetto europeo al prezzo del gas importato dalla Russia”, e insistito sulla necessità di spezzare l’attuale legame del prezzo del gas con il prezzo dell’elettricità.
Draghi, soprattutto, ha propugnato una risposta alle attuali sfide che l’Ue deve affrontare – in particolare a causa della guerra russa in Ucraina – che punti su un riadattamento degli strumenti già ideati e portati avanti con successo per rispondere alla crisi post pandemica.
La proposta è quella di riprodurre il “modello” del programma Sure (prestiti emessi a livello Ue, per finanziare i programmi di cassa integrazione, che ogni paese rimborsa singolarmente) per finanziare le misure nazionali di parziale rimborso dei rincari energetici a famiglie e imprese, e di ricorrere al modello “Next Generation EU” (emissione di prestiti comune, da rimborsare in comune, con obiettivi comuni) per finanziare gli investimenti necessari nelle aree della difesa, dell’energia, della sicurezza alimentare e di quella industriale. “Nessun bilancio nazionale è in grado di sostenere questi sforzi da solo. Nessun paese può essere lasciato indietro”, ha detto il premier.
“Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso, dall’economia, all’energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l’inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia”, ha spiegato il presidente del Consiglio, chiarendo la posizione dell’Italia nella discussione che si è appena aperta sulle conclusioni della Conferenza dei cittadini sul futuro dell’Europa.
“L’integrazione europea è l’alleato migliore che abbiamo per affrontare le sfide che la storia ci pone davanti. Oggi, come in tutti gli snodi decisivi dal dopoguerra in poi, servono determinazione, visione, unità. Sono sicuro che sapremo trovarle ancora una volta, insieme”, ha concluso Draghi.
E.G.