Turbolenze nel mondo della scuola per il Decreto Legge n. 36 (cosiddetto PNRR 2), che contiene la riforma del nuovo reclutamento, valutazione e formazione degli insegnanti, approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in G.U.: oggi i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda degli Insegnanti si vedranno per coordinare le tappe di una mobilitazione e non è escluso uno sciopero a breve, nonostante manchi solo poco più di un mese alla fine dell’anno scolastico. Nel frattempo un altro sindacato, l’Anief – per il quale il decreto è “addirittura di un testo peggiorativo rispetto alla bozza iniziale” – ha confermato il suo sciopero generale già proclamato per l`intera giornata di venerdì prossimo 6 maggio.
Il decreto, ha spiegato ieri in una nota Ivana Barbacci (Cisl Scuola), “mette in atto un operazione ‘cannibalica’: per dare vita ad un fantomatico sistema di formazione ‘incentivata’, toglie risorse economiche e di personale a una scuola già sofferente, disattende le promesse di investimento e soffoca, con una gittata a lungo termine (2030), ogni speranza di rilancio e valorizzazione del sistema d`istruzione”. Secondo Barbacci si prevegono tagli agli organici di diritto per 9.600 posti: “1.600 posti per il 26/27; 2000 posti per il 2027/28; 2.000 posti per il 2028/29; 2.000 posti per il 2029/30; 2.000 posti per il 2030/31.
Ulteriori riduzioni possono essere previste in base ai pensionamenti. Con questo decreto viene messa a nudo la ‘sindrome di Erode’ che guida, per l`ennesima volta, la politica scolastica del nostro paese. Quello che si consuma è un vero e proprio tradimento, la scuola non merita questa ennesima mancanza di rispetto”.
Per Pino Turi (Uil Scuola) “il decreto è inaccettabile. Ora dobbiamo coinvolgere e informare il personale, che non sa nulla, e poi parte la mobilitazione. Uno sciopero? Non si esclude niente. Anzi parlerei di scioperi, che per noi sono uno strumento per raggiungere l’obiettivo che è che il governo e il Parlamento modifichino o fermino un decreto fatto in maniera autoritaria e senza confronto. E’ stato un blitz, senza dialogo” e sulla formazione, prosegue, “torniamo a settant’anni fa, al Fascismo, con una scuola di alta specializzazione incostituzionale e inutile, gestita dal governo, un modo di fare un po’ di business”.
In una nota pubblicata nella serata di ieri, i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco hanno chiarito che “in merito al fondo di incentivazione di cui all`art. 44 (art. 16 ter c.5) del dl 36/2022, le risorse sono state previste in quella entità, in considerazione dell`urgenza di consentire alle norme in materia di istruzione di essere inserite, essendo obiettivo di giugno per il PNRR, nel dl. Comunque, con un emendamento, già in sede di conversione del dl, a partire dal 2026, i due Ministri confermano l`impegno del Governo a incrementare significativamente il predetto fondo, fermo restando che le economie derivanti dagli effetti della denatalità saranno reinvestite nel settore istruzione”.
E.G.