Federmeccanica e Fim, Fiom e Uilm mettono a punto un documento congiunto per sollecitare una svolta per la difesa e il rilancio dell’automotive e chiedono al premier Mario Draghi di essere convocati per affrontare “un`emergenza che oscilla pericolosamente tra grandi opportunità e gravi rischi, con l`obiettivo di salvaguardare e promuovere l`occupazione e la presenza industriale”.
Le parti chiedono di incontrare con “urgenza” sia il presidente del consiglio che i ministri dell`Economia, del Lavoro, dello Sviluppo economico e della Transizione ecologica “per valutare assieme le condizioni e le possibili iniziative da attivare in merito ad alcune questioni cruciali”.
A fronte di una caduta della produzione nazionale di autoveicoli, passata dagli oltre 1,8 milioni di veicoli del 1997 ai 700mila nel 2021 di cui meno di 500mila autovetture, il settore dell’automotive ha “un peso rilevante nell`economia italiana”, dicono Federmeccanica e sindacati. Il comparto vale un fatturato di 93 miliardi di euro pari al 5,6% del Pil e nella sola fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi operano oltre 2mila imprese e 180mila lavoratori e si realizza il 7% delle esportazioni metalmeccaniche nazionali per un valore di 31 miliardi di euro.
“L`intervento degli Stati sul settore negli anni è stato amplissimo – si legge nel documento comunce – e in ultimo l`Unione europea ha previsto entro il 2035 lo stop alla vendita di nuove auto che producono emissioni di carbonio, confermata anche dal Governo italiano con la posizione del comitato interministeriale per la Transizione ecologica dello scorso dicembre. Questa misura, se non accompagnata da interventi, potrebbe portare in Italia a una perdita di circa 73mila posti di lavoro, di cui 63mila nel periodo 2025-2030”.
I dati sull`andamento dell`utilizzo degli ammortizzatori sociali indicano la tendenza: nel 2019 sono state utilizzate 26 milioni di ore di cassa integrazione, nel 2021 quasi 60. “Rispetto a tutto ciò – dicono Federmeccanica e sindacati – la domanda circa la preparazione del sistema Paese a fronte di questo scenario di discontinuità è doverosa, urgente e non la vediamo finora accolta da tutti gli attori con la necessaria attenzione”.
Cresce la “preoccupazione” per l`assenza di certezza nelle misure di accompagnamento a fronte di un processo di allocazione delle ingenti risorse del Pnrr che è stato avviato. “Ci si domanda anche quali siano le politiche pubbliche messe in campo per il settore – si legge nel documento comune – dato che sono scomparse le precedenti misure di sostegno alla domanda di autoveicoli per favorire il rinnovamento del parco circolante verso tecnologie eco-compatibili in funzione dei crescenti vincoli alle emissioni. Il rischio di deindustrializzazione di un settore chiave dell`economia italiana è concreto. Occorre mettere in campo tutte le azioni difensive necessarie e guardare soprattutto all`opportunità di rilancio e sviluppo del settore automotive, poiché non solo ha una sua storia, ma possiede un`identità distintiva, una base di competenze e una rete da mettere a sistema”.
Federmeccanica e Fim, Fiom e Uilm chiedono di discutere insieme iniziative urgenti rispetto agli interventi di regolamentazione del settore automotive nel quadro delle transizioni e della relazione con gli attori istituzionali; gli impatti specifici per il territorio italiano. E poi le risorse e la governance per le politiche industriali che, sulla base di competenze specifiche, possano contribuire ad attivare le sinergie di una filiera ramificata, promuovendo dimensioni e cultura di impresa compatibili con le sfide del settore; gestire le crisi industriali già aperte; attivare investimenti di sostegno alla domanda verso le tecnologie compatibili con il green deal e, parallelamente, all`introduzione di vincoli alle emissioni; attivare investimenti di sostegno all`offerta per la difesa dell`attuale capacità installata e dell`occupazione; l`attrazione di nuovi investimenti produttivi nel contesto competitivo; il sostegno alla ricerca e sviluppo di prodotti che valorizzino le eccellenze italiane di tecnologia e stile. Inoltre, gli ammortizzatori sociali per accompagnare le transizioni in atto, di breve e di lungo periodo; i fabbisogni e le disponibilità di competenze tra education e formazione di accompagnamento alla trasformazione.
E.G.