Corse tagliate per autobus e treni, voli cancellati e una crisi senza fine per il mondo delle crociere. È lo scenario tratteggiato da Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl. La nuova impennata dei contagi si è abbattuta anche sui lavoratori, bloccando la pianificazione a medio-lungo termine delle aziende. Prosegue il confronto con il governo sulla questione delle aggressioni al personale.
Pellecchia, in che modo sta incidendo la pandemia sui trasporti?
Le criticità sono di due tipi. La prima, che si protrae dall’inizio della pandemia con un’intensità altalenante, è il calo della domanda. Questo determina una situazione di sofferenza per le aziende. La seconda è il significativo incremento dei contagi anche tra le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti nelle ultime settimane, che ha portato alla soppressione delle corse nel trasporto su gomma e ferroviario, a una riduzione dei voli in quello aereo e a una crisi senza precedenti per tutto il mondo croceristico. A terra il taglio del servizio è stato tra il 3 e il 20%, con punte tra l’8 e il 10% nel trasporto locale, e tra il 15 e il 20% nel trasporto ferroviario nelle tratte di media e lunga percorrenza.
Come si potrebbe intervenire per lenire la situazione?
In questo momento le aziende faticano a pianificare l’offerta a causa delle impreviste indisponibilità giornaliere del personale dovute a prescrizioni di periodi di isolamento domiciliare sia per una condizione di positività al virus SARS-CoV-2 sia perché “contatto stretto” di una persona positiva. Un aiuto potrebbe venire da uno snellimento burocratico nel passaggio tra l’uscita della quarantena e la riattivazione del green pass per i lavoratori, per la quale passano anche 48 ore, e da un potenziamento, sia in termini strutturali che organizzativi, dei centri adibiti all’effettuazione dei tamponi sia molecolari che rapidi tramite SSN che oggi faticano a rispondere rapidamente alla richiesta di appuntamenti resa obbligatoria nella maggior parte dei casi. Siamo consapevoli del grande sforzo che in questa fase stanno sostenendo le strutture sanitarie, sottoposte a uno stress senza precedenti, e anche per questa ragione le procedure andrebbero semplificate e il personale incrementato.
Il caro energia potrebbe avere anche nel vostro settore dei risvolti negativi?
L’aumento del costo dell’energia è un tema che interessa tutto il mondo dei trasporti, soprattutto il comparto ferroviario. Le imprese ferroviarie, per poter usufruire delle infrastrutture, pagano al gestore della rete una traccia, che copre i costi della manutenzione della stessa e dell’energia appunto. Il gestore della rete ferroviaria, acquistando l’energia per la trazione in regime di libero mercato giornalmente, in funzione delle richieste delle imprese ferroviarie, ha subito incrementi del costo pari a circa il 120%. Tale rincaro ha effetti negativi sia sul trasporto dei passeggeri che delle merci e si scarica, inevitabilmente, prima sulle imprese che fanno trasporto ferroviario e poi, come diretta conseguenza, sugli utenti finali del servizio. È evidente l’urgenza di intervenire in maniera strutturale per favorire e accelerare la transizione energetica.
Qual è lo stato delle vertenze Ita e Air Italy?
Sul fronte Ita, dopo un avvio disastroso con l’azienda, che aveva segnato il punto più basso a ottobre, la firma dell’accordo del 2 dicembre, che prevede l’applicazione del contratto nazionale di settore e la definizione di un contratto aziendale, ha riportato le relazioni sindacali a un livello qualitativo accettabile, anche se c’è ancora molto da fare. Delle 2.800 assunzioni in programma, siamo fermi a poco più di 2.200, anche a causa del nuovo stop del mercato dopo le buone performance, benché lontane dai livelli pre-pandemia, dell’ultimo trimestre del 2021. La situazione di Air Italy è estremamente seria. Dopo l’invio delle lettere di licenziamento, ci siamo immediatamente attivati per bloccarle e far sì che tutti gli addetti siano agganciati alla cassa integrazione. In questo modo non solo potrebbero usufruire del mantenimento del reddito ma anche di politiche attive del lavoro finalizzate alla conservazione delle certificazioni e abilitazioni, indispensabili per poter tornare subito operativi con la ripresa del comparto a beneficio non solo delle stesse lavoratrici e degli stessi lavoratori, ma anche dei vettori che avrebbero a disposizione un bacino di personale professionalizzato sul quale poter contare e dal quale poter facilmente attingere per rispondere efficacemente all’incremento della domanda. Si consideri, infine, che Boeing – il più importante costruttore aeronautico – stima che da qui al 2040 ci sarà bisogno di 612mila nuovi piloti di aerei commerciali in tutto il mondo.
Nel trasporto locale venite dallo sciopero dello scorso 14 gennaio. Che situazione si prospetta?
Nel trasporto pubblico locale viviamo una vacanza contrattuale che dura da dicembre 2017. È una situazione che, prima di tutto, non premia il grande sforzo che le lavoratrici e i lavoratori stanno compiendo dall’inizio della pandemia, e che rischia di far diventare il mondo del tpl poco attrattivo, assunto che i livelli stipendiali degli autisti risultano essere non più appetibili rispetto ad altri comparti dei trasporti se si considera che, per conseguire una patente di tipo D con il relativo certificato di abilitazione (CQC), il lavoratore deve investire una ingente somma di denaro che oscilla tra i 4mila e i 6mila euro. Questo stallo ci ha portato alla proclamazione di un nuovo sciopero, per il prossimo 25 febbraio – il quinto dall’apertura della vertenza – che ovviamente verrà come sempre effettuato nel rispetto della legge 146/90 e delle norme che regolano l’esercizio del diritto di sciopero nel settore. A questa situazione si aggiungono criticità croniche, che da tempo denunciamo. La frammentazione numerica e spesso le ridotte dimensioni delle imprese che svolgono servizi di trasporto pubblico rendono impossibile realizzare economie di scala e investimenti. Tutto ciò premesso, la posizione delle parti datoriali nel non voler procedere al rinnovo contrattuale è divenuta insostenibile e conseguentemente intollerabile, atteso che le imprese del settore sono destinatarie di significativi contributi pubblici e ristori per garantire la mobilità delle persone offrendo un servizio pubblico efficace, efficiente, di qualità e capace di essere al passo con la continua evoluzione che vive il settore, cosa difficilmente realizzabile senza un rinnovo contrattuale.
Come procede l’interlocuzione con il governo?
Con il governo, e nello specifico con il ministero delle Infrastrutture, il dialogo sul Pnrr e la politica per il settore è, al momento, al palo nonostante le nostre continue sollecitazioni. Stiamo proseguendo, invece, il discorso sulla sicurezza, visto il proliferare delle aggressioni al personale, da quando è chiamato a svolgere anche i controlli anti-covid. Quello che abbiamo chiesto è che le lavoratrici e i lavoratori non solo siano coadiuvati dalle forze di polizia, ma anche che le aziende si costituiscano parte civile in caso di aggressione, che ci siano aggravanti nelle pene, un rafforzamento dello stato giuridico degli addetti e una formazione specifica per la prevenzione delle situazioni di rischio.
Tommaso Nutarelli