Sarà un anno indimenticabile, il 2022. Un anno da raccontare a figli e nipoti, di quelli che “io c’ero”. Ma siccome siamo appena all’inizio, possiamo solo prevedere quel che sarà, senza alcun ottimismo fuori luogo, ma con un sano realismo, che spesso sfocia nel pessimismo più nero. Con la speranza che non vada così. E la speranza, come si sa, è sempre l’ultima a morire.
Possiamo allora sperare che il virus smetta di moltiplicarsi e di variare, che improvvisamente i contagi diminuiscano vertiginosamente, che i no vax si convincano all’improvviso e si vaccinino, e che nel giro di poche settimane saremo tutti liberi di muoversi, di lavorare, di produrre e di far marciare la nostra economia verso il sol dell’avvenire. Ma purtroppo non andrà così. Al contrario, il virus non mollerà la sua presa, la variante omicron continuerà a perseguitarci, i contagi aumenteranno esponenzialmente, gli attuali vaccini non basteranno a contenerli, forse ne arriverà uno nuovo ma chissà quando e se poi sarà efficace anche contro la variante successiva, che si chiamerà ypsilon. Il governo sarà costretto a decretare nuove chiusure, torneremo in lockdown, tutti di nuovo bloccati in casa, ma stavolta non canteremo più dai balconi, non grideremo “andrà tutto bene”, saremo più incattiviti, diciamo pure incazzati neri. Torneremo a quelle triste passeggiate sotto casa, i negozi e molte fabbriche chiuderanno di nuovo, le città saranno semideserte, la ripresa economica lascerà il posto alla decrescita, che non sarà affatto felice.
E mentre tutto questo sarà solo all’inizio, il governo annasperà per cercare un’improbabile via d’uscita, dopo aver perso tempo prezioso illudendosi e illudendoci che grazie ai vaccini avevamo ormai sconfitto il virus, e il Parlamento dovrà eleggere il nuovo Capo dello Stato. Sarà di nuovo Sergio Mattarella, costretto a restare al Quirinale vista la nuova emergenza? Oppure, sarà Mario Draghi, che lascerà palazzo Chigi, spianando così la strada che porta alle elezioni anticipate? Oppure sarà Silvio Berlusconi, che peggio di così si muore? Certo, un’altra soluzione meno traumatica è sempre possibile, un personaggio che va bene per ogni stagione, un Amato, un Casini o una donna che possa raccogliere consensi trasversali, ma meglio non illuderci.
Anche perché omicron entrerà in Parlamento, colpendo a macchia di leopardo senatori, deputati e rappresentanti delle Regioni, senza porsi il problema degli schieramenti: destra, sinistra o centro per il nuovo virus pari sono. E allora che succederà con decine e decine di parlamentare costretti a restare chiusi in casa? Potranno votare in remoto, il nuovo Capo dello Stato sarà eletto in Dad? Oppure no, chi c’è, vota, e chi non c’è peggio per lui? Peccato però che serva il quorum degli aventi diritto, non basta quello dei presenti: si rischia la paralisi, il rinvio del voto e la proroga de facto di Mattarella. Un’altra sconfitta della democrazia provocata dal virus.
In ogni caso la maggioranza attuale, che tutto tiene e tutto contraddice, non riuscirà a restare in piedi. Si scioglierà come neve al sole e gli italiani saranno chiamati a votare in primavera o al massimo in autunno, sempre che al Quirinale ci sia qualcuno con pieni poteri, in grado cioè di sciogliere le Camere. E sempre che si possano convocare i cittadini alle urne, sfidando la pandemia. Probabilmente, se si riuscisse a votare, vincerebbe il centrodestra, capace di presentarsi unito anche se non lo è affatto, mentre il campo largo tanto agognato da Enrico Letta sembra una sorta di piccola armata Brancaleone – basta guardare a come sono ridotti i Cinquestelle di Conte – che difficilmente riuscirà a convincere la maggioranza degli elettori. E così ci troveremmo un bel governo sovranista, antieuropeo, con pulsioni autoritarie, capace di farci tornare indietro nella storia.
A meno che… A meno che nessuno riesca a vincere, così che saremmo costretti a ricorrere a un altro governo tecnico di unità (?) nazionale. Ma magari senza Draghi che nel frattempo sarà diventato Presidente della Repubblica, oppure si sarà ritirato in campagna, quindi molto più fragile di quello attuale, incapace di gestire la situazione di un Paese attanagliato dal Covid, stroncato nella sua economia che faticosamente stava cercando di resuscitare e paralizzato dall’impossibilità di rispettare le regole di una democrazia compiuta.
Esploderebbero conflitti interni ed esterni al Palazzo. Nelle stanze del Potere sarà un tutti contro tutti anche se tutti (o quasi) saranno insieme al governo. Fuori si moltiplicheranno le manifestazioni di protesta di coloro costretti a chiudere le loro attività, gli scontri con la polizia saranno all’ordine del giorno, la violenza prenderà il sopravvento, al confronto gli anni Settanta saranno visti come un periodo tranquillo. Verrà anche mobilitato l’esercito, non si sa mai…
Fantapolitica? Forse, ma come cantava Lucio Dalla “c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra…”. Buon anno a tutti.
Riccardo Barenghi