Una settimana prima della presentazione di Fit for 55 – l’atteso pacchetto legislativo della Commissione europea sui nuovi e ambiziosi obiettivi climatici di riduzione del 55% (era il 40%) delle emissioni nocive entro il 2030 – arriva una proposta di regolamento sugli standard europei di obbligazioni verdi. Il mercato dei “green bond” copre ancora solo il 2,6% del mercato obbligazionario europeo, ma si è quintuplicato negli ultimi cinque anni e nelle intenzioni di Bruxelles servirà concretamente alla transizione ecologica, una volta che la proposta sarà approvata da Consiglio e Europarlamento.
La nuova e complessiva strategia UE per la finanza sostenibile è suddivisa in sei linee d’intervento: ampliare la normativa attualmente vigente per facilitare l’accesso al finanziamento della transizione sostenibile; rendere la finanza sostenibile più inclusiva nei confronti di PMI; rinforzare la resilienza del sistema economico e finanziario alla luce dei possibili rischi che la rivoluzione potrebbe comportare; aumentare il contributo del settore finanziario alla sostenibilità; garantire e monitorare una transizione ordinata e, infine, promuovere iniziative internazionali e dialogo con i partner dell’UE.
La norma europea per le obbligazioni verdi (EUGBS, European Green Bond Standard) introduce un nuovo standard a cui gli emittenti – anche con sede fuori la UE – potranno aderire volontariamente. Per loro, sono previsti quattro requisiti principali: i fondi raccolti dovranno essere interamente assegnati a progetti conformi al regolamento Tassonomia UE; dovrà esserci piena trasparenza sulle modalità di assegnazione dei proventi; sarà necessaria la presenza di un revisore esterno che controlli la correttezza delle informazioni e questi revisori dovranno essere registrati e controllati dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA).
La Commissione ha inoltre adottato l’atto delegato che integra l’articolo 8 del regolamento sulla tassonomia, imponendo alle società – con modalità diverse per dimensione e settore – di fornire agli investitori le informazioni sulle prestazioni ambientali dei loro attivi e delle loro attività economiche. In settimana si è anche registrato il lancio da parte di Banca d’Italia della “Carta degli Investimenti Sostenibili”. La Carta si applica alle attività gestite in autonomia dalla Banca, ossia gli investimenti del portafoglio finanziario e delle riserve valutarie. Un perimetro considerevole, visto che a fine 2020 copriva attivi per circa 190 miliardi di euro.
Alessandra Servidori