Gli intellettuali. Chi sono costoro? Scrittori, scienziati, giornalisti, pittori, poeti, filosofi, professori, registi, sceneggiatori, attori, musicisti, insegnanti, professionisti, manager, sindacalisti, teologi. L’elenco potrebbe continuare, comprendendo anche i cuochi, novelli maestri di vita. Per dirla con Antonio Gramsci, tutti gli uomini sono intellettuali, ma non tutti gli uomini hanno nella società la funzione di intellettuali. Gente che del pensiero, dell’analisi, della critica, dovrebbe fare la propria bandiera. Hanno ancora un ruolo che non sia solo quello di mera testimonianza, a rimorchio dei mutamenti economici e politici?
Il dubbio è legittimo, perché nella caduta verticale di valori e di progetti, non si vedono pensieri saldi ai quali aggrapparsi. Ora corrono tutti, sgomitandosi, al capezzale della Sinistra, una gara a stilare il più appassionato e malinconico atto di morte. Dove erano, in questi anni, costoro? Quali meriti programmatici possono vantare? Chi ha avuto l’autorevolezza e la lucidità per aggiustare la bussola ed evitare il naufragio? Molti sono vissuti per anni sull’antiberlusconismo fine a se stesso e ora sono pronti a una nuova crociata contro il ritorno della Mummia. Oppure, dando per scontata la sconfitta elettorale del Pd e la marginalità degli scissionisti, si interrogano se sia preferibile il centrodestra o Beppe Grillo. Meglio il peggio o il peggio del peggio? Chi scegliere tra il Cavaliere e il Comico?
Shakespeare ridotto a farsa. E in ogni caso, sostengono i facitori di cultura, se la catastrofe prevarrà sulla rigenerazione, la colpa storica sarà tutta delle incoerenti menzogne e del cinismo elettorale dei partiti. Non sanno, o fingono di non sapere, poverini, che con la loro insipienza moralistica e con il riflesso condizionato a scatenarsi contro ogni presunta forma di cesarismo, ultimo Matteo Renzi, hanno contribuito, fin dai tempi di Bettino Craxi, a buttare via il bambino (la democrazia) con l’acqua sporca (la corruzione). Ora alzano mesti lai sulla crescita esponenziale dell’astensionismo. Ma, a forza di dire che le vacche sono nere nella notte nera, anche la residua logica hegeliana va a farsi benedire. E l’irrazionalismo trionfa. Intellettuali, vil razza dannata.