L’accordo di programma sottoscritto nel settore delle Tlc, in vista del nuovo prossimo rinnovo del contratto nazionale di categoria, ha un valore fondamentale perché va incontro alle esigenze delle imprese, rendendole più forti, ma non dimentica i lavoratori, ai quali viene concesso un aumento salariale e per i quali saranno curate le disposizioni tese ad accrescere la loro occupabilità. Laura Di Raimondo, direttrice generale dell’Asstel, l’associazione delle aziende del settore, pensa che sia questo il modo per affrontare la difficile situazione della filiera, peraltro in via di miglioramento.
Laura Di Raimondo, che valore ha l’accordo che avete firmato con i sindacati in vista del prossimo contratto nazionale delle telecomunicazioni?
E’ un accordo molto interessante, perché ha dato una risposta non scontata e sicuramente nuova al problema del rinnovo contrattuale che si trascinava da anni. Siamo stati in grado di trasformare un lungo momento di stallo in una spinta propulsiva.
Perché parla di spinta?
Perché con la condivisione dei sindacati abbiamo posto le basi che consentiranno al prossimo contratto nazionale di categoria di individuare soluzioni innovative capaci di portarci a una convergenza che tenga conto delle specificità delle diverse anime della filiera e sappia accompagnare dinamicamente le importanti trasformazioni che si profilano all’orizzonte anche per quanto si riferisce al lavoro.
Sono profonde queste trasformazioni che stanno interessando il settore delle Tlc?
In questi anni abbiamo assistito a una serie di eventi importanti di riorganizzazione che hanno interessato i principali player nazionali, in particolare per il settore del Contact Center in outsourcing, rendendo necessario un impegno teso a individuare soluzioni per il lavoro e la sua organizzazione.
Il contratto nazionale resta uno strumento importante anche in un settore tecnologicamente avanzato come le Tlc?
Credo che il ruolo del contratto nazionale sia fondamentale, proprio come strumento di regolazione generale del lavoro e per i trattamenti economici minimi di garanzia. Ma noi crediamo che debba parallelamente diffondersi la contrattazione di secondo livello quale strumento virtuoso per il miglioramento della redditività e della produttività, a vantaggio delle imprese e dei lavoratori. Allo stesso modo contrattare in azienda deve consentire di approfondire gli strumenti per sostenere l’occupabilità dei lavoratori in un mercato del lavoro che, a fronte di un processo di digitalizzazione sempre più veloce, richiede un continuo sviluppo e aggiornamento delle professionalità.
Quindi crescita della sostenibilità delle imprese e più forte occupabilità per i lavoratori?
Sì, sono questi i cardini dell’accordo che abbiamo sottoscritto. La contrattazione aziendale deve consentire uno scambio virtuoso tra efficienza e produttività e retribuzioni, anche attraverso la valorizzazione dell’utilizzo dei servizi di welfare.
Per l’area del Customer Care cosa pensate di fare?
Si deve definire nel contratto questa area specifica individuando normative e soluzioni che favoriscano le condizioni di sostenibilità complessiva anche rispetto a idonee condizioni di conciliazione tra vita e lavoro.
Il contratto riporterà le disposizioni contenute nel Testo unico del 2014?
Certo, quel testo è stato sottoscritto dalle nostre confederazioni, rientrerà nel nuovo contratto.
L’accordo prevede anche aumenti salariali?
Non abbiamo previsto nulla per il pregresso, ma i minimi salariali vigenti dal 1° ottobre 2014 al livello 5 della scala parametrale cresceranno di 40 euro. Abbiamo previsto due tranches di 20 euro, la prima dal 1° gennaio 2018, la seconda dal 1° luglio dello stesso anno. Ancora verrà erogato un elemento retributivo separato, pari a 10 euro al livello 5 della scala parametrale, che non avrà effetti su elementi indiretti e differiti della retribuzione, oltre a essere escluso dalla base di calcolo del Tfr. Questo Ers verrà erogato in una sola tranche al 1° luglio 2018.
E per il welfare contrattuale?
Abbiamo previsto che per il solo 2018 le imprese dal 1° luglio mettano a disposizione dei lavoratori strumenti di welfare del valore di 120 euro, non riparametrati, ma riproporzionati per i lavoratori a tempo parziale.
Sta migliorando la situazione del vostro settore?
Abbiamo notizie incoraggianti che ci vengono dal Rapporto 2017 sulla filiera Tlc elaborato dagli Osservatori Digital Innovation della School of management del Politecnico di Milano sulla base dei dati forniti dalle aziende associate ad Asstel d’intesa con le parti sociali.
Che dicono questi dati?
Che dopo un lungo periodo di dinamiche fortemente negative per il secondo anno consecutivo la filiera ha registrato un incremento dei ricavi nella misura dell’1%. E nello stesso tempo gli investimenti degli operatori telefonici si sono mantenuti elevati, nell’ordine del 20% dei ricavi, incidenza media superiore a quella degli operatori dei principali paesi europei. Un segnale positivo per il settore, ma in generale per il nostro paese che trova nelle Tlc la piattaforma abilitante per fare il grande salto verso la trasformazione digitale.
Massimo Mascini