Ho fatto un sogno. Il Fantasma di un’Idea, evocato da Dickens, era entrato nella casa di Ebenezer Scrooge. Ma lo Spirito del Natale non aveva bisogno di spaventare l’orribile avaro. Non era necessario trasportarlo sulle ali della notte per mostrargli la sua miserevole vita e la desolata morte. No, la redenzione c’era già stata. Il vecchio sorrideva contento. Aveva acquistato un grosso tacchino per il suo impiegato, Bob Cratchit, al quale aveva anche concesso un lauto aumento aiutandolo a curare e a guarire il piccolo Tiny Tim. Era stato a casa del nipote Fred con le braccia cariche di regali.La munifica beneficenza, elargita per comprare cibo, bevande e mezzi per riscaldarsi ai poveri della città, non aveva uguali.
Ho fatto un sogno. La piccola fiammiferaia, come nella favola di Andersen, vagava per la strada sotto la neve, a piedi nudi. Era l’ultimo giorno dell’anno. Non osava tornare a casa senza un soldo per paura che il padre l’avrebbe picchiata. Aveva le tasche del vecchio grembiule piene di fiammiferi invenduti. “Signori, signori, comprate una scatola, vi prego”. I passanti, frettolosi e indifferenti, non la degnavano di uno sguardo. I piedini e le manine cominciavano a gelare. Accese un cerino, per tentare di scaldarsi. Poi un secondo, un terzo. Nell’improvviso bagliore della fantasia vide immagini di buon cibo, di tavole decorate, di stufe luccicanti, di giocattoli meravigliosi. Ma il freddo e il buio tornavano subito a ghermirla. Ad un certo punto gli sembrò di scorgere la nonna. Accese tutti i fiammiferi, uno dopo l’altro, nel timore che l’immagine svanisse. Ma no, era proprio la nonnina, che si chinò, la prese in braccio, la strinse a sé e mormorò “Vieni piccola mia, andiamo a casa”.
Ho fatto un sogno. Poi mi sono svegliato. I giornali scrivono che a Como un’ordinanza vieta di dare biscotti e latte caldo ai barboni. In piazza Venezia, a Roma, l’abete Spelacchio emana tristezza. Nei centri commerciali si adora l’idolo del Consumismo. La legge sullo ius soli non può essere approvata, il governo è a rischio, bisogna aspettare le elezioni. Le banche sono più importanti dei piccoli stranieri nati in Italia. Il rancore, l’invidia, l’egoismo, l’avidità, l’ipocrisia scacciano i buoni sentimenti.
Lo Spirito del Natale è imprigionato nelle favole. Forse gli uomini, come succede a Scrooge, riescono a cambiare davvero solo quando lo Spettro del Futuro li obbliga a guardare se stessi sul proprio letto di morte. E ogni mattino del primo giorno dell’anno i passanti trovano il corpicino senza vita della piccola fiammiferaia. Ma forse…, sì, ecco un suono di ciaramelle, un suono di ninne nanne. E quelle antiche lacrime buone.
Felici feste a tutti da Giovanni Pascoli, da Charles Dickens, da Hans Christian Andersen. E, immodestamente, dal guardiano del faro.