La vittima negletta. Il tenero volto di Pamela è come offuscato dallo sguardo belluino dei feroci spacciatori, probabili assassini, e dalla stolida espressione del folle pistolero. Sono loro, con uno stuolo di comprimari, per lo più miseri leader alla ricerca di consensi un tanto al chilo, gli attori principali che agitano il tenebroso palcoscenico della tragedia di Macerata. Sullo sfondo, un dolore impalpabile, l’ombra della ragazza che sembra ancora chiederci aiuto con quegli occhioni da cerbiatta impaurita.
Perché si drogava? Perché nessuno ha avuto la forza, la determinazione, la pazienza, la costanza che forse le avrebbero evitato una fine così orribile? La famiglia, gli amici, la comunità di recupero, i cittadini, tutti noi. Sì, siamo tutti colpevoli. Ora lo scontro è sugli immigrati, i dannati di colore che inquinano la nostra bella nazione. L’Italia agli italiani. Quali? Vanno ancora fatti, con buona pace di Massimo D’Azeglio. E’ italiano, ad esempio, l’uomo che la notte della fuga avrebbe dato alla giovane un passaggio in macchina e una manciata di euro in cambio di intimità. Ipocrisia, egoismo, particolarità, rancore. Le responsabilità sono sempre degli altri e la recessione civica si aggroviglia con quella economica. Siamo convinti che tutto faccia schifo e che alla fine tutto ci deve essere consentito. Un Paese immutabile, anzi in geometrico peggioramento, capace di cambiare solo le leggi elettorali.
Ma di questo non si parla. In attesa che il 4 marzo dalle urne esca una nuova fotografia politica, la desolante contesa tra i partiti è infuocata dalle contumelie sugli stranieri. Cacciamoli, sono troppi, delinquono. E’ vero, non è vero, forse. Grida e balbettii. Da una parte si agita lo spettro dell’intolleranza e del razzismo, dall’altro si invoca un intervento manu militari per bonificare le nostre strade. Destra e sinistra si insultano alla ricerca di un ultimo voto da strappare nella giungla dei sentimenti. Fanno più paura i neofascisti o gli extracomunitari? E c’è chi, espressamente o al buio dei propri pensieri, ritiene che vendicare la ragazza bianca sparando ai negri sia una reazione di certo eccessiva e da condannare ma, in fondo in fondo, giustificabile.
Che società abbiamo in mente? Legge e ordine? Buonismo e imbelle politicaly correct? C’è del marcio, nelle nostre idee e nelle nostre coscienze. Pamela è morta. La ricerca della verità e l’esigenza di giustizia non bastano. E’ da lei che dobbiamo ripartire. Dal sentiero interrotto di una ragazza senza più speranze. Il suo grido ci investe e ci interroga. Che mondo è?