Sciopero del personale scolastico oggi in occasione dell’insediamento delle Camere e del parere che dovrebbe essere espresso dall’Avvocatura dello Stato sull’applicazione della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha disposto la cancellazione dalle graduatorie a esaurimento di oltre 50 mila diplomati magistrali. La protesta, accompagnata da una manifestazione davanti al Ministero dell’Istruzione, è stata indetta dai sindacati Anief, Saese e Cobas (limitatamente ai docenti di scuola dell’infanzia e primaria). Questo è il terzo presidio davanti al Miur. Il Diario del lavoro aveva raccontato il corteo dello scorso mese dove circa 5mila maestre da tutta Italia erano scese in piazza a Roma.
“Dopo una campagna per le elezioni politiche dove il tema scuola non è stato certamente centrale, è giunto il momento di richiamare l’attenzione della politica. Tra i motivi dello sciopero spicca quello della necessità di aprire ai precari le Graduatorie a esaurimento”, ha spiegato il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico: “Ci appelliamo alla sensibilità dei nuovi senatori e onorevoli perché facciano giustizia nei confronti di decine di migliaia di precari abilitati e specializzati che rischiano il licenziamento”.
Per Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, “ferma restando la protesta più ampia, che coinvolge tutta la categoria docente ed Ata contro un contratto miserabile sul piano economico e l`inserimento in esso delle imposizioni della legge 107, lo sciopero ha come obiettivi immediati, quello della conservazione del posto in ‘ruolo’ o nelle Gae, la riapertura delle Gae per precari e abilitati e l`immissione immediata in ruolo per i precari con 3 anni di servizio”.
I sindacati avevano inizialmente organizzato una manifestaziome davanti al Parlamento “per inviare i nuovi deputati e senatori un messaggio forte e chiaro affinché vengano restituiti a decine di migliaia di maestre e di maestri il diritto a insegnare e la sicurezza del posto di lavoro che si sono guadagnati in anni e anni di precariato mal retribuito”. Ma il sit-in alla Camera, ha riferito Bernocchi, “è stato vietato all`ultimo momento dalla Questura”, per cui si è deciso di spostare l`iniziativa di fronte alla sede del Miur, in viale Trastevere, a partire dalle 9.30.