“Una cosa che sta a metà tra il populismo sindacale e il sindacalismo politico”. Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, giudica così, in un’intervista a La Stampa, l’esito del tavolo sull’Ilva chiuso ieri.
“Avevamo messo in piedi un meccanismo per il quale non solo nessuno sarebbe stato licenziato – prosegue – ma a tutti sarebbe stato offerto un posto a tempo indeterminato e gli stessi diritti e retribuzioni del contratto precedente. I sindacati lo hanno respinto. Ora la palla passa al nuovo governo”.
Per il nuovo esecutivo, secondo Calenda, “si apre immediatamente un grosso problema visto che a luglio Ilva esaurisce la cassa e a fine giugno scadono i termini per completare l`intesa con Mittal”.
Sulla possibilità che si possa riaprire il negoziato, il ministro si dice possibilista: “Per me sì, il Governo è alle ultime ore ma certamente andrà ripreso dalle parti. Io voglio solo esser certo che gli operai dell`Ilva siano consapevoli di quello a cui hanno rinunciato”.