Niente, tutto inutile: gli appelli, la solidarietà, la fatica dei dipendenti che pur di tenere a galla l’azienda hanno lavorato no stop, a Natale, per produrre un milione di pandori. Tutto inutile. Il tribunale di Verona ha oggi decretato il fallimento dell’azienda dolciaria fondata nel 1894 da Domenico Melegatti, accogliendo l’istanza presentata la scorsa settimana dal pm, dopo aver constatato che la pesante situazione debitoria della Melegatti (si parla di 50 milioni di euro) non consentiva margini di manovra. I dipendenti dell’azienda, tra diretti e lavoratori stagionali, sono 350.
In soccorso dello storico marchio si erano fatti avanti un fondo maltese e il marchio trevigiano di caffè Hausbrandt. Da segnalare anche l’interesse da parte del fondo americano D.E. Shaw & C, che aveva presentato un piano di salvataggio e un investimento di 20 milioni di euro per rilanciare la società. Ma il tribunale ha rigettato l’ipotesi di una proroga per un’eventuale concordato che avrebbe salvato Melegatti il suo marchio e anche garantito meglio i 350 dipendenti. I quali proprio oggi con un’inserzione a pagamento sul quotidiano L’Arena oggi avevano lanciato un appello chiedendo di separare il giudizio sulle responsabilità degli amministratori da quella delle famiglie. Ma inutile anche questo.