Continua a lievitare la spesa sanitaria privata. L’anno scorso ha raggiunto i 40 miliardi di euro (+2,9%) con un aumento medio tra il 2013 e il 2017 pari al 9,6%, quasi il doppio rispetto al trend dei consumi complessivi. Sempre più italiani pagano di tasca propria per le prestazioni sanitarie.
Nell’ultimo anno sono stati 44 milioni, soltanto due anni fa, erano 36 milioni (+8 milioni, aumento del 22%).
La fotografia scattata dal consueto rapporto realizzato da Censis e Rbm Assicurazione Salute mostra un quadro allarmante che richiede rapidi correttivi per cambiare rotta. L’anno scorso le prestazioni pagate di tasca propria dagli italiani sono state 150 milioni con un esborso medio di 655 euro. Meno del 15% della spesa privata è rimborsato da forme sanitarie integrative. Il rapporto, presentato al Welfare Day di Rbm, rivela che sette milioni di italiani si sono indebitati per far fronte alle spese sanitarie e 2,8 milioni hanno dovuto vendere la casa o svincolare risparmi.
“La spesa sanitaria privata – afferma Marco Vecchietti, ad di Rbm Assicurazione salute – rappresenta la più grande forma di disuguaglianza in Sanità”. E la condizione di iniquità sembra destinata a peggiorare.
Secondo le stime della Ragioneria Generale, entro i prossimi sette anni saranno necessari da 20 a 30 miliardi di euro aggiuntivi per finanziare il sistema sanitario gravato da sfide demografiche e stretto da mutamenti economici e sociali.
“Se non si avvierà un secondo pilastro – continua Vecchietti – anche nel nostro paese attraverso un sistema di polizze e fondi sanitari aperti a tutti, il costo delle cure che i cittadini dovranno pagare di tasca propria finirà per raggiungere (nel 2025) quasi mille euro a testa”.