Ho apprezzato e condiviso le prese di posizione delle organizzazioni sindacali nei confronti degli atti compiuti da quell’energumeno approdato al Viminale, il quale non ha esitato a lucrare consenso sulla pelle di 629 poveracci imbarcati sulla nave (da crociera?) Aquarius (dopo essere stati ripescati qua e là nel Canale di Sicilia) e diretti sulle nostre coste alla ricerca della agognata ‘’pacchia’’. Ha ragione il ministro Salvini: è stato il ‘’nuovo inizio’’ di una stagione della vergogna. Ma dal leader della Lega – anche se ci offende la sua arroganza – non potevamo aspettarci altro. Vedremo azioni ancora peggiori.
Ciò che deve scandalizzarci e spaventarci è la reazione degli italiani. Ad ogni elezione la Lega si gonfia di voti come la rana che vuole somigliare al bue, lasciando intendere che nel nostro Paese è in corso un cambiamento che non è soltanto populista, ma xenofobo e di estrema destra. Io non sono avvezzo a consultare i social e a navigare sulla rete, ma in questa circostanza ho voluto capire che cosa pensano i miei concittadini di un’azione che, a mio avviso, è stata grave e disumana (anche nei toni usati nei confronti dei profughi). Voglio sperare che quanti si dilettano a spargere odio via internet siano in maggioranza degli imbecilli come quel personaggio interpretato dal grande Maurizio Crozza.
I commenti della vicenda Aquarius che viaggiano in rete fanno vomitare, sono intrisi di odio e di sentimenti razzisti, si sperticano in elogi per Salvini e Giuseppe Carneade Conte (il prototipo del fatto ‘’che uno vale uno’’), trasudano disprezzo per i negher come se si trattasse di esseri inferiori e manifestano un orgoglio malato per l’Italia ‘’che finalmente si fa sentire’’. Ecco perché non mi spaventa più di tanto questo governo. È il Paese a gettarmi nello sconforto. Senza che ce ne accorgessimo siamo scivolati verso un fascismo di nuovo conio, un fascismo di massa, sostenuto da un ampio consenso, alimentato dal veleno che scorre sulla rete: un fenomeno che, purtroppo, non rappresenta un incidente della storia, ma è la narrazione di una svolta profonda avvenuta nelle viscere della società: una degenerazione etica, prima ancora che politica, difficilmente recuperabile, perché i valori che servirebbero a combatterla sono diventati e vissuti come disvalori.
Io sono d’accordo con chi sostiene che questi cialtroni vanno combattuti non per quello che dicono o fanno, ma per quello che sono. I sindacati sono rimasti le uniche forze organizzate in campo, anche se al loro interno sono penetrate consistenti ‘’quinte colonne’’ dei nemici, anche ‘’se un sangue impuro inquina i loro plotoni’’. Ma sono anche l’ultima trincea non solo della libertà, ma della civiltà. Il sonno della ragione genera mostri. Pensavamo di averli uccisi per sempre. Invece sono ancora lì, riemerse dagli acquitrini della storia, ancora imbrattate dal sangue di decine di milioni di morti, quelle che Macron ha definito le ‘’passioni tristi dell’Europa’’.