Il presidente della Bce Mario Draghi ha smentito che vi sia stata qualsivoglia variazione sulle modalità di acquisto di titoli di Stato italiani nel mese di maggio rispetto alla norma, mentre si stava formando il nuovo governo targato Movimento 5 Stelle e Lega. Le lievi fluttuazioni che si possono verificare mensilmente sulla mole di acquisti netti di bond su base nazionale, e in questo modo sulla loro quota rispetto agli acquisti totali della Bce, sono legate alle contestuali scadenze di bond già comprati, che vanno rinnovati in base a regole “note e accettate da molto tempo”, ha spiegato.
E questo ha riguardato non solo l’Italia. “In quel mese, a maggio, e non solo sull’Italia ma anche su Francia, Austria e Belgio, la quota di acquisti netti è calata sotto e questo non è nulla di nuovo – ha detto Draghi – è il risultato di regole comunicate e accettate da molto tempo”.
“Perché ci sono le redemptions, che sono davvero difficili da prevedere, e quindi ci serve un po’ di flessibilità per compensare, che è esattamente quello che è successo”. Con “redemptions” la Bce intende i titoli di Stato già posseduti che, giunti a maturazione, vanno riacquistati per ammontare equivalente (onde evitare che si produca una implicita manovra di inasprimento monetario). Il fatto è che a volte non è materialmente possibile effettuare il riacquisto nello stesso mese della scadenza e infatti la Bce ha circa un paio di mesi di tempo per procedere.
“Non bisogna essere ossessionati dai dati. A maggio la Bce ha comprato titoli di Stato Italiani per 3,6 miliardi di euro, è stato di più di quanto rilevato a marzo, con 3,4 miliardi, e di quanto acquistato anche a gennaio, altri 3,4 miliardi. Quindi – ha concluso Draghi – non c’è stata nessuna cospirazione”.