Nel corso degli ultimi anni, l’Unione europea ha avviato una serie di processi decisionali di grande importanza per il tradizionale funzionamento delle politiche sociali a livello nazionale. In particolare, il metodo di coordinamento aperto – avviato nella seconda meta’ degli anni ’90 e nel quale a lungo ha prestato la sua opera il Prof.Marco Biagi – ha conosciuto una notevole diffusione: utilizzato in principio per la politica del lavoro, in seguito è stato impiegato per altre politiche sociali. Queste innovazioni di politica pubblica hanno consentito all’Unione europea di meglio caratterizzarsi rispetto ad altre configurazioni istituzionali a livello internazionale, differenziandosi ulteriormente dalle organizzazioni internazionali attualmente esistenti.
Consentire l’acquisizione di una conoscenza sufficientemente approfondita di tali processi con particolare riferimento alla politica di coesione, alla politica di lotta all’esclusione sociale, alla politica sanitaria, alla politica pensionistica e alla politica di potenziamento delle infrastrutture, sarebbe uno degli obiettivi che ci dobbiamo porre per essere consapevoli del valore e dell’opportunità di accompagnare responsabilmente il processo di unificazione sociale e non solo monetario tanto laborioso. Dobbiamo anche essere consapevoli che l’eurofobia che si registra in alcune persone trova alleati pericolosi nell’America trumpiana in antitesi rispetto all’Europa, che si manifesta in una politica più transpacifica che transatlantica e sulla scena internazionale si muove in maniera un po’ anarchica e la sua eurofobia ha una evidente componente germanofoba.
Ecco perché è importante serrare le fila nell’ambito Europeo e conoscere quello che si sta portando avanti in ambito UE come il memorandum sottoscritto dal Ministro alle Infrastrutture Toninelli, rinnovando l’impegno del Governo italiano a sostenere alcuni progetti già avviati. Il Brenner Meeting che si è svolto a Bolzano il 12 scorso alla presenza del coordinatore del Corridoio del Brennero, Pat Cox, dei ministri di Austria e Germania e dei governatori del Trentino, Alto Adige e Tirolo e del Ministro Toninelli ha dimostrato che nei fatti l’Italia prosegue sul versante della condivisione dell’utilità di alcuni accordi serrando le fila. Le Alpi sono un patrimonio importantissimo che appartiene non solo a chi le vive ma a tutta l’Europa per questo a tutti è richiesto il massimo sforzo per proteggerle e valorizzarle.
I problemi sono noti e giorno dopo giorno diventano più difficili a cominciare dall’incremento forte dei tir che stanno saturando l’Autostrada del Brennero con le conseguenti decisioni dell’Austria di introdurre in alcune giornate il contingentamento. Non c’è dubbio che serve una posizione comune capace di coniugare diritti come la libera circolazione e la connessione e il rispetto del territorio particolare e per questo i finanziamenti deliberati dal Trentino Tirolo Alto Adige sostengono la costruzione del tunnel ferroviario del Brennero e delle relative tratte di accesso utilizzando strumenti innovativi e sistemi infrastrutturali anche con il potenziamento dell’interporto di Trento.
Ma bisogna anche affrontare il problema del costo del carburante e del pedaggio autostradale e incentivi all’uso della ferrovia per rinnovare con i governi l’impegno a presidiare a lungo termine una partita fondamentale per la qualità della vita della popolazione. Una delle ultime decisioni recentemente assunte dalla Commissione Europea è che intende facilitare la circolazione delle merci e delle persone tra i paesi europei collegando le reti stradali nazionali. L’Unione sarà responsabile dei controlli di sicurezza della nuova rete. Infatti, la maggior parte delle reti stradali sono state realizzate a partire da una prospettiva solo nazionale. L’obiettivo è realizzare una rete di trasporto in grado di agevolare il flusso delle merci e dei cittadini tra i paesi europei.
La Rete trans europea dei trasporti comprenderà 90 000 km di autostrade e strade di alta qualità entro il 2020. Nell’ambito della gestione della sicurezza delle strade appartenenti alla rete, l’Unione europea avrà il ruolo di eseguire i controlli di sicurezza stradale nella fase di progettazione e di eseguire regolari ispezioni di sicurezza della rete. Un gruppo di lavoro della Commissione ha esaminato i vari modi in cui gli ingegneri possono svolgere le ispezioni di sicurezza stradale e ha portato alla formulazione delle migliori pratiche nel campo delle ispezioni di sicurezza stradale, che sono poi state pubblicate in un opuscolo. La Commissione europea ha preparato un programma di formazione per gli addetti ai controlli di sicurezza stradale, omogeneo per tutta l’Unione europea, attraverso il progetto EURO-AUDITS. Questa formazione si è resa necessaria perché la nuova legislazione europea prevede controlli per tutte le reti stradali in tutti i paesi membri dell’Unione europea, compresi quelli in cui i controlli della sicurezza stradale erano rari. Noi ci dobbiamo essere.
Alessandra Servidori