La Fim-Cisl è pronta a presentare le proprie richieste per il rinnovo del contratto di FCA e CNHI. Con la giornata di oggi abbiamo concluso oggi a Roma con le delegazioni di Campania e Lazio, il sesto incontro regionale che ha coinvolto oltre 300 rappresentanze sindacali e attivisti di FIM-CISL in rappresentanza degli oltre 82.000 dipendenti italiani di FCA e CNHI.
Nei prossimi giorni verrà convocato l’esecutivo nazionale FIM del gruppo FCA e CNHI e da quella data siamo pronti ad aprire il confronto con le altre organizzazioni sindacali che hanno firmato insieme a noi i contratti collettivi in FCA e CNHI, per costruire le richieste per il rinnovo del contratto che scadrà il 31 dicembre 2018.
Ai delegati degli stabilimenti campani e laziali oggi presenti, rispetto alla Fiom, non ci sono mai state preclusioni alla loro partecipazione ma questa passa dalla condivisione dell’unico contratto esistente in FCA e CNHI e soprattutto dalle regole sulle relazioni sindacali in primis sull’esigibilità del contratto che hanno sempre contrastato. Certo questo significa fare una inversione di marcia e ammettere politicamente difronte a tutti i lavoratori di FCA e CNHI di aver sbagliato strategia sindacale, è una strada stretta ma li devono passare. Senza il riconoscimento esplicito dell’unico contratto esistente per il quale si presentano le richieste di rinnovo, non può esserci un unico negoziato.
Non vedo passi in avanti da parte della Fiom, anche la comunicazione dell’altro giorno sui questionari distribuiti nelle loro assemblee tra i loro iscritti e simpatizzanti sembra costruita e utilizzata strumentalmente per attaccare il contratto e le altre organizzazioni. Suonarsela e cantarsela al proprio interno non serve, era più onesto andare dai lavoratori e chiedere una valutazione sulla propria azione sindacale, sulle piattaforme Fiom in FCA visto che, nonostante le tante promesse, non ha dato alcun risultato ai lavoratori.
Ci apprestiamo a rinnovare un contratto fatto nel 2015 che è stato positivo e storico. Dopo 19 anni abbiamo introdotto un premio di risultato legato all’andamento nei vari stabilimenti, con una distribuzione salariale maggiore di quella necessaria per coprire l’inflazione. Per il 2,3% d’inflazione nel triennio bastavano 507 Euro, i lavoratori di FCA hanno ricevuto in media circa 4.200 euro e quelli di CNHI circa 3.400. Naturalmente devono essere pagati le parti del premio riferite al 2018, con l’aggiunta di un ulteriore premio legato saldo della redditività di fine piano-industriale.
La quota di redditività è stata data al 100% dei dipendenti e quella di efficienza ha avuto un grado di copertura del 99,5% per FCA e del 85% per CNHI. Come già previsto dagli accordi nel prossimo rinnovo dovremo consolidarne una parte salariale nella paga base.
Le condizioni di contesto di oggi sono meglio rispetto a 4 anni fa. L’uso di ammortizzatori sociali è diminuito sensibilmente dal 27% siamo passati a circa il 8% i volumi e il mix di fascia alta sono incrementati notevolmente, tanto che la redditività dei due gruppi è cresciuta. In particolare FCA ha raggiunto in anticipo l’obiettivo dell’azzeramento del debito industriale.
Il contratto dovrà contenere anche altri aspetti per noi importanti, dalla sanità integrativa estesa a tutti e a carico azienda, miglioramenti sulla previdenza integrativa, sul welfare, gli orari del lavoro con un’attenzione specifica sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sperimentare accordi che abbiamo già fatto nei due gruppi sullo smart-working, rafforzare il diritto allo studio e alla formazione professionale, gli aspetti legati ai percorsi di crescita professionale e al riconoscimento salariale. Non mancheranno i temi collegati alla partecipazione e alle relazioni sindacali.
L’obiettivo è completare l’iter di preparazione delle richieste nei prossimi mesi in modo da presentare la piattaforma ad FCA e CNHI entro il 30 settembre 2018.