Oggi, 3 settembre, la Commissione del Parlamento Europeo Affari legali -JURI -voterà il parere sulla gestione della globalizzazione per quanto attiene gli aspetti commerciali. Nel parere, si afferma che l’Europa deve affrontare molte sfide legate alla globalizzazione, ma che è importante adattare i testi in modo misurato, su base area per area, con il dovuto rispetto per le identità nazionali e principi di sussidiarietà e proporzionalità in modo da tener conto dei timori espressi da un numero crescente di cittadini circa il loro futuro. Il progetto di parere si concentra su quattro aree: la protezione della proprietà intellettuale, la protezione di indicazioni geografiche (IGP), la presa in considerazione del parere 2/15 del 16 maggio 2017 della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) e la possibile creazione di un tribunale multilaterale per la risoluzione delle controversie relative agli investimenti.
Due sono gli aspetti fondamentali: devono essere incluse le piattaforme digitali che trattano opere coperte da copyright ma non le enciclopedie online; editori e piattaforme devono concordare un’equa remunerazione per le opere creative. Un mondo sempre più digitale con nuove applicazioni tecnologiche negli autoveicoli e nelle abitazioni richiede livelli di cybersicurezza più alti e dunque il Parlamento sta cercando di migliorare gli standard della sicurezza informatica in tutta l’unione come per esempio per i prodotti acquistati dai consumatori e per le infrastrutture critiche come ospedali e i sistemi di trasporto.
Già della materia si è occupata la Commissione Ue con la Direttiva n.2016/0280 sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, così detta riforma del Copyright in luglio, scatenando polemiche e con il Ministro del Lavoro italiano Luigi Di Maio che attacca la riforma del diritto d’autore definendola “un grave pericolo”, e col il Garante della Privacy che lancia l’allarme di rischio di distorsione del sistema informativo che addirittura – sostiene – potrebbe cambiare la natura di Internet. La Direttiva invece dimostra chiaramente che l’evoluzione delle tecnologie digitali ha cambiato il modo in cui le opere ed altro materiale protetto vengono creati, prodotti, distribuiti e sfruttati. Sono emersi, infatti, nuovi usi, nuovi attori e nuovi modelli di business e per i consumatori ,si sono aperte nuove opportunità di accesso a contenuti protetti dal diritto d’autore e un intervento a livello di UE si rende necessario, anche per evitare la frammentazione del mercato interno ed essere in linea con la strategia per il mercato unico digitale, adottata nel maggio 2015, assorbendo quindi le differenze tra i diversi regimi nazionali del diritto d’autore, così che tutti gli attori di questo mercato possano beneficiare di un contesto giuridico più chiaro e coerente.
La Direttiva prevede giustamente misure volte a migliorare la posizione dei titolari di diritto all’atto della negoziazione e della remunerazione per lo sfruttamento dei contenuti di loro proprietà da parte dei servizi online che danno accesso a contenuti caricati dagli utenti ed è necessario garantire la sostenibilità del settore dell’editoria giornalistica poiché oggi gli editori di giornali riescono difficilmente a concedere licenze per le pubblicazioni online ricavando una quota equa del valore che esse generano e la Direttiva prevede quindi, per gli editori di giornali, l’introduzione di misure mirate a facilitare la concessione di licenze online per le pubblicazioni, il recupero dell’investimento ed il rispetto dei diritti.
La Direttiva, in particolare, regolamenta l’utilizzo di contenuti protetti da copyright da parte di prestatori di servizi della società di informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricati dagli utenti. Sono, quindi, le grandi piattaforme del web i destinatari delle disposizioni della Direttiva, piattaforme come YouTube, Facebook ecc. dove gli utenti possono caricare e diffondere video, articoli, fotografie ed ogni tipo di materiale coperto dal diritto d’autore e dunque dovranno adottare adeguate misure per impedire che il materiale circoli in rete senza un previo accordo con l’autore che preveda una adeguata retribuzione derivante dallo sfruttamento della propria opera.
La ratio legis della Direttiva licenziata dalla Commissione Europea, espressamente sostiene che le misure ivi adottate siano “volte a garantire il buon funzionamento del mercato per diritto d’autore, dovrebbero avere a medio termine un impatto positivo sulla produzione e sulla disponibilità di contenuti, nonché sul pluralismo dei mezzi di comunicazione, il che, in definitiva, andrà a beneficio dei consumatori”.
Alessandra Servidori