Maledetti social. Una volta gli scontri interni al sindacato si consumavano nelle riunioni a porte chiuse, dalle quali poi trapelavamo i sussurri e magari anche le grida, ma sempre riportati di terza mano, e quindi, diciamo così, non verificabili. Oggi, invece, è tutto spadellato sulla piazza social. Capita così che un dirigente di spicco come Vincenzo Colla (membro della segreteria confederale e possibile candidato alla successione a Camusso) approfitti di Facebook per esprimere il suo dissenso rispetto alla partecipazione del ministro Paolo Savona alle Giornate del Lavoro organizzate dalla Cgil a Lecce.
“Non nascondo – scrive Colla su Facebook- che mi ha fatto un certo effetto vedere ieri il Ministro Paolo Savona sul palco delle Giornate del Lavoro della Cgil. Il suo piano B per l’uscita dell’Italia dall’Europa è quanto di più distante dalle nostre posizioni e convinzioni. È soprattutto quanto di più distante da quello che serve al paese. Il dialogo è nella natura del sindacato e secondo me va ricercato sempre e con tutti. Lo stesso vale però anche per l’autonomia dalla politica. L’abbiamo avuta con il precedente governo, dobbiamo continuare ad averla anche con quello in carica”.
Una critica che, tuttavia, ha come bersaglio, più che il ministro, la stessa confederazione, a cui Colla rimprovera, nemmeno tanto velatamente, una minore “distanza” dal governo giallo verde rispetto all’opposizione dura manifestata negli anni scorsi verso i governi Renzi e Gentiloni. Ma soprattutto, dietro si intuiscono le tensioni che agitano la confederazione in vista della successione a Susanna Camusso: una partita delicata che vede in corsa Maurizio Landini, sostenuto dalla segreteria generale, contro lo stesso Colla.
Questo, insomma, lo scenario incandescente in cui si è inserito il post anti Savona, che ovviamente non poteva non suscitare reazioni da parte dei ‘’camussiani’’. Reazioni tutte pubbliche, anche queste via Facebook. Tra i primi a replicare a Colla è il potente segretario organizzativo di Corso Italia, Nino Baseotto: “Vincenzo – scrive Baseotto al collega- ieri non eri presente al dibattito e sei stato informato male. Il Ministro Savona non ha illustrato una strategia di uscita dell’Italia dall’Europa. Al contrario ha messo lì idee (le sue, non quelle della Cgil) di come rafforzare idea e istituzioni europee. La nostra compagna Gianna Fracassi, del resto, ha brillantemente sostenuto le posizioni della CGIL”. Controreplica immediata di Colla: “Caro Nino, il fatto che non fossi fisicamente presente non mi ha impedito di seguire il dibattito. Brava Gianna a rispondere e a portare avanti le nostre idee. Resto convinto che quelle di Savona, espresse non solo a Lecce ma da Ministro del governo italiano, siano lontane anni luce dalle nostre”.
Finita qui? Macché’, anzi: il dibattito si allarga immediatamente ad altri dirigenti, che prendono le parti dell’uno o dell’altro, sempre sul social, e talvolta con toni assai poco diplomatici. Tanto che Danilo Lovadina, dello Spi Cgil, cerca di porre un freno: “Desidero fare un appello ai compagni Vincenzo Colla e Nino Baseotto… le polemiche sui social tra di “noi” della Cgil, NON vanno e NON fanno bene. Rispetto le vostre singole opinioni ma tengo di più alla Cgil. Sempre e comunque. Scusate ma credo che oggi ci sia bisogno (vitale!) di unità e non di divisioni, contrapposizioni o di distinguo. Soprattutto sui social. Grazie”.
Ma ormai lo scontro è avviato e si fa anzi più aspro. A favore di Colla scende in campo Emilio Miceli, segretario generale dei Chimici Cgil: “Quella di Savona è una delle pessime idee in campo sull’Europa. Speriamo, prima o poi, di averne qualcuna buona noi”. Contro, invece, parla Elena Lattuada, segretaria generale della Cgil Lombardia, ‘’camussiana’’: “Emilio io ho ascoltato un dibattito dove la CGIL, rappresentata da Gianna Fracassi, ha espresso con grande chiarezza la sua posizione. Questo è quello che è accaduto ieri sera. Senza polemica, ma per senso di responsabilità”. Ancora Miceli: “Elena, se i giornali riportano bene il dibattito, dovresti preoccuparti anche tu degli applausi. Significa che le nostre posizioni sono sostanzialmente irrilevanti agli occhi della nostra gente. È un problema”
A sostegno di Miceli arriva anche Michele Gravano, già potente segretario generale della Cgil Campania: “Caro Emilio sono d’accordo con te. Alla Lattuada dico poi che dal Sud aspettiamo ancora la sua autocritica per come ha sostenuta la libertà di voto al referendum secessionista della Lombardia. Già, anche quella era la linea storica della Cgil!”. Miceli concorda: “Michele, penso che qualche volta vada detto alla nostra gente che sbaglia. Capisco la situazione difficile in cui ci troviamo. Essere nazionalisti in tempo di crisi paga, come paga ” prima gli italiani”. Ma il clima può cambiare solo se una grande organizzazione come la Cgil afferma il suo carattere alternativo anche al senso comune”.
E Vincenzo Scudiere, altro dirigente di lungo corso, già esponente della segreteria nazionale di Corso Italia, si chiede: “Quale reato ha commesso Colla esprimendo un’opinione? Se ne leggono di tutti i colori compresi gli apprezzamenti su un vicepresidente del consiglio da un altro segretario e nessuna alta carica dell’ organizzazione ha sentito il bisogno di intervenire…ma fatemi il piacere!!”. E qui il bersaglio, chiaramente, è Maurizio Landini, che in altro dibattito delle Giornate leccesi ha rivolto parole di lode al ministro Di Maio per la positiva conclusione della vicenda Ilva.
Interviene anche Lara Ghiglione, segretaria generale della Camera del Lavoro della Spezia: “Quello che pensiamo di questo Governo lo gridiamo ad alta voce ed è giusto farlo, ma Savona ieri sera ha dato un contributo al dibattito di alto spessore. Anche nelle sfumature che non condividiamo e non ha fatto alcun riferimento all’uscita dall’euro, ma anzi ha espresso un punto di vista critico per questa Europa imprigionata dentro al fiscal compact. Un ostacolo per la soddisfazione dei bisogni dei cittadini che rappresentiamo. Gianna ha rappresentato al meglio le nostre posizioni. E necessario uscire dalla politica degli insulti ma cercare di confrontarci”.
Fabio Quaretti, segretario Filt Cgil della Spezia, coglie il succo della questione: “Credo che nessuno censuri Colla per l’opinione che ha espresso legittimamente nei confronti del Ministro. Il punto però è che il post non pare contrastare le opinioni di Savona, quanto il fatto che la CGIL, offrendogli ospitalità in un dibattito, abbia in qualche modo sottolineato una vicinanza. A me il post ha lasciato una sensazione spiacevole di disagio, simile a quella che provavo quando Landini contestava gli accordi confederali sulla rappresentanza”. E aggiunge: “Questo modo di discutere non mi piace e penso metta in difficoltà i compagni che, come me, nei territori devono spiegare ai lavoratori che la CGIL è una sola”.
Numerosi commenti da parte di esponenti della ‘’base’’ cigiellina, infatti, sotto i vari post, manifestano un certo smarrimento sullo scontro in pubblico tra i loro dirigenti. Tanto che Stefano Santini, della Cgil di Livorno, avverte: “ Di tutto c’è necessità meno di un congresso a mezzo social. Mi aspetto dalla classe dirigente del mio sindacato un esempio dignitoso e di alto profilo”. Ma tanto, ormai, ai social non si comanda. La battaglia congressuale si preannuncia durissima.
Nunzia Penelope