È guerra aperta tra movimento 5 Stelle e Lega sul decreto fiscale. Dopo il surreale exploit del vicepremier Luigi Di Maio a Porta a Porta, con la denuncia di misteriose manine che avrebbero alterato il testo approvato in consiglio dei ministri lunedì, inserendovi ulteriori allargamenti del condono, oggi per tutta la giornata si sono susseguite prese di posizione sull’uno e sull’altro fronte. Con i grillini schierati a sostenere la tesi della ‘’manipolazione’’ cara al loro leader, e i leghisti, invece, a dire che no, nessun giallo, nessun tarocco, il testo era esattamente quello lungamente discusso e infine approvato in Cdm.
In mattinata, intanto, era anche corsa voce della prossima convocazione di un nuovo consiglio dei ministri per rivedere il testo del decreto, epurandolo, diciamo così, di quella parte ritenuta eccessivamente lasca nei confronti degli evasori da parte dei Cinque Stelle.
Ma nel pomeriggio è intervenuto Matteo Salvini a mettere un paletto molto preciso: ‘’il decreto – ha detto- è quello che è stato approvato, e non si cambia niente’’. Quanto all’ipotetico consiglio dei ministri ‘’correttivo’’, anche di questo non se ne parla proprio: “Io domani sono in Trentino. Non possiamo rifare il consiglio dei ministri ogni quarto d’ora. Quando prendo un impegno, quando firmo un contratto con Di Maio e con gli italiani, lo mantengo. Quando approvo un decreto lo mantengo. Non possiamo ricominciare tutto daccapo. Non si può costruire di giorno e smontare di notte”. E aggiungeva: “Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni o scie chimiche. Questo è un governo che non ha timidezze, problemi o complotti contro. In consiglio dei ministri c’erano tutti”. E avverte: “Stiamo per essere attaccati dall’Europa: se diciamo che il decreto è stato modificato la sera per la mattina da Batman o da Robin, è un problema”.
In effetti, Salvini non ha torto: nelle stesse ore in cui il governo italiano si immerge nel surreale psicodramma per stabilire se ci sia stata o meno una ‘’manina’’ misteriosa a ritoccare il decreto, un’altra mano, questa volta ben nota, e cioe’ quella di Pierre Moscovici, commissario Ue agli affari economici, firmava una lettera della Commissione Ue al ministro italiano dell’economia, Giovanni Tria, con cui accusa la manovra di ”grave inadempienza” e di “una deviazione senza precedenti nella storia del Patto di stabilita’ e di crescita”.
E proprio mentre da Bruxelles partiva la lettera, il premier Giuseppe Conte si ricordava di essere, per l’appunto, il premier e annunciava: “Il consiglio dei ministri si svolgerà sabato mattina, perché a convocarlo sono io. Non so se Salvini farà in tempo a rientrare. Ma il consiglio dei ministri ci sarà. Il presidente del consiglio sono io”. E, ha aggiunto, “se servirà una rilettura del decreto, la faremo. E se sarà necessario faremo anche una seconda deliberazione”.
Ma non e’ finita qui, Infatti, Di Maio, a sera, avverte: “Adesso il tema è politico, occorre un chiarimento politico con la Lega”. Nella prima repubblica, e pure nella seconda, una frase del genere e’ sempre stata avvisaglia di crisi di governo, ma Di Maio e’ giovane, e forse non lo sa. In ogni caso, ribadisce che “In nessun programma elettorale del Movimento Cinque Stelle – ha aggiunto Di Maio – né della Lega, né nel programma di governo, c’è un salvacondotto per chi evade le tasse. Sapeva benissimo la Lega che non poteva entrare quel testo e che noi non lo voteremo”.
Dunque, la guerra nella maggioranza sembra ormai dichiarata. Vediamo come si svilupperà nel fine settimana, sapendo ormai che ogni giorno può esserci un’altra esilarante (si fa per dire) sorpresa.
Nunzia Penelope