Cgil, Cisl e Uil ritengono inaccettabili i tagli che il Governo nella Legge finanziaria sta facendo ai percorsi di Alternanza Scuola Lavoro. La doppia sforbiciata al monte ore minimo (da 400 ore nel triennio a 180 nei professionali e 150 nei tecnici; da 200 ore nei licei a 90) e proporzionalmente alle risorse stanziate dalla legge 107/2015 (100 milioni a base annua) non può certo essere configurata come una via per qualificare le esperienze. Inoltre la ridenominazione in “percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”, in assenza di una revisione delle linee guida e decontestualizzata quindi da valutazioni di merito e di metodo, non fornisce alcuna indicazione sui contenuti di tali percorsi. Ciò conferma come tutta l’operazione politica messa in campo da questo Governo sia finalizzata soltanto a fare cassa e che nulla abbia a che vedere con il rafforzamento della qualità di una metodologia didattica nelle mani delle scuole.
Cgil, Cisl e Uil ribadiscono fermamente la loro contrarietà alle scelte politiche che il Governo sta compiendo rispetto all’Alternanza scuola lavoro. Si corre il rischio di un indebolimento e di una conseguente smobilitazione dell’impegno da parte delle scuole, mentre occorrerebbe risolvere le difficoltà e superare le resistenze che hanno ostacolato la prima attuazione dei percorsi di alternanza, investendo nella formazione degli insegnanti, dei tutor scolastici e delle strutture ospitanti, nella promozione di sistemi territoriali per un governo contrattato dell’alternanza.
Cgil, Cisl e Uil sanno bene, perché l’hanno denunciato più volte, che sono ancora troppo diffuse esperienze di scarsa qualità, soprattutto in alcune zone del Paese, e rivendicano l’esigenza di garantire a tutti gli studenti percorsi che non assicurino un adempimento formale, ma concorrano al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e alla crescita delle competenze. Ma per costruire condizioni di qualità delle esperienze di alternanza per tutti, occorre investire più risorse, non tagliarle; è necessario coinvolgere le Parti sociali in Cabine di regia nazionali e territoriali; bisogna dare continuità all’Osservatorio nazionale costituito presso il MIUR a febbraio 2018 e di cui non si hanno più notizie; serve dare supporto alle scuole e agli insegnanti e monitorare i percorsi.
Di questo impegno non c’è traccia da parte del Governo; anzi è evidente la scelta di disinvestire, anche su una metodologia didattica che, come testimoniano le buone pratiche presenti nel Paese, quando è di qualità fa la differenza nel migliorare i percorsi scolastici degli studenti e il loro orientamento, nel ridurre l’insuccesso formativo, nel rendere vive le comunità educanti locali attraverso la mobilitazione dei soggetti che sono risorse per i territori – scuole, imprese, enti pubblici, organizzazioni del terzo settore.
Cgil, Cisl e Uil continueranno a impegnarsi per un’alternanza inclusiva e di qualità e chiedono al Governo di avviare un confronto serio con le Parti sociali per il miglioramento dell’alternanza scuola lavoro.
TN