Servizio di: Emanuele Ghiani
Roma, cantiere della metro C, non distante dal Colosseo. È questo il posto che i tre sindacati confederali degli edili Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil hanno scelta per la conferenza stampa di oggi, nella quale hanno lanciato l’allarme per un settore strategico per il paese, ma che sta vivendo un periodo di grande difficoltà, che si protrae ormai da dieci anni. Dallo scoppio della crisi, infatti, si sono persi 600mila posti di lavoro e sono 120mila le aziende che hanno chiuso i battenti. Tutto questo ha comportato una perdita, in termini di Pil, del 4%.
Il cantiere della metro C rappresenta uno dei cantieri del piano Connettere l’Italia, che contempla 25 grandi opere per un totale di 70 miliardi di euro. Un luogo dunque simbolico perché, denunciano i sindacati, da troppo tempo manca al paese un piano industriale di ampio respiro.
Il problema, ha spiegato Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea, non è solo il ritardato nella realizzazione delle opere, ma anche la crisi di molte grandi realtà produttive, capaci di portare a compimento le infrastrutture più complesse. Per Genovesi è importante che il Governo dia al più presto una risposta ai tanti lavoratori appesi al filo dell’analisi costi-benefici. “Quello che noi chiediamo – ha chiarito il leader della Fillea – è il lavoro di cittadinanza, e la possibilità per tutti i lavoratori di continuare a fare il proprio mestiere”.
Ecco perché, ha sottolineato Franco Turri, segretario generale della Filca, è necessaria una rapida riqualificazione dell’intero sistema, partendo dalle competenze, la legalità e la sicurezza. C’è poi anche il nodo legato alle risorse. In dieci anni, ha ricordato Vito Panzarella, segretario generale della Feneal, c’è stato un calo degli investimenti pubblici di 84 miliardi di euro, con gravi ripercussioni anche per la messa in sicurezza di un territorio che in troppo occasioni ha mostrato la propria fragilità. “Nel 2018 – ha proseguito Panzarella – era previsto un aumento di 850 milioni di euro, ma alla fine, nel consuntivo, c’è stata una riduzione di 750 milioni di euro, circa un miliardo e mezzo in meno”.
E le aspettative per il futuro non sono di certo le più rosee. I sindacati hanno ribadito che nella legge di bilancio c’è stato un taglio drastico degli investimenti per il mondo del lavoro, e che il Governo ha fatto orecchi da mercante alle continue richieste dei sindacati per aprire un tavolo per il rilancio del comparto.
I sindacati sono pronti a sedersi con tutti gli attori coinvolti e presentare le proprie proposte attraverso una piattaforma unitaria, continuando tuttavia a far sentire la propria voce. Ecco perché hanno indetto per il 15 marzo una grande manifestazione a Roma.
@tomnutarelli