Il diario del lavoro ha sentito il segretario nazionale Fillea Cgil, Ermira Behri, in merito alla recente pubblicazione dell’Elenco restauratori da parte del Mibac e alle molte problematiche ancora da affrontare.
Il 28 dicembre 2018 il Mibac ha pubblicato l’Elenco dei “restauratori dei beni culturali”, atteso da quasi 15 anni. Behri, adesso è tutto risolto?
Sicuramente abbiamo vinto una grande e lunga battaglia, ma c’è ancora da lavorare.
Come sono state le relazioni con il Mibac?
Il rapporto instaurato è stato fruttuoso e paritario, con un ascolto reale da parte dell’Amministrazione, in particolare con la Direzione Generale Educazione e Ricerca e il suo direttore, nominato da un paio d’anni. Si è mostrato disponibile e si è impegnato per far funzionare al meglio la commissione, arrivata alla quinta deroga in quasi 3 anni.
La commissione quindi ha fatto il suo dovere?
I membri della commissione e anche il suo presidente sono cambiati diverse volte in questi 3 anni. Dal 2015 seguiamo questo processo e abbiamo fatto diverse iniziative per questo motivo, prima attraverso un web-bombing sui social e sul sito del Mibac dal titolo #messageinthebottle a luglio 2017 e poi con un presidio e flash-mob davanti alla sede del Ministero a Roma nel gennaio 2018, con il titolo #ghostbasta! dopo l’ennesima deroga. A fine maggio, la commissione è riuscita a concludere il lavoro. Ma servivano ulteriori verifiche al Mibac per alcuni candidati, circa 1.500, lasciate in un limbo burocratico. Considera che sono cambiati in questi 15 anni vari governi e più di 10 ministri, compreso l’ultimo ministro Bonisoli al quale abbiamo scritto, appena insediato, una lettera chiedendo di intervenire a riguardo.
Come è finita?
La Direzione ha lavorato in questo senso, verificando i buoni esiti dei lavori dei canditati. Dopo la chiusura della commissione a maggio, nei mesi successivi ha fatto ulteriori verifiche, chiedendo via via all’ufficio legislativo come muoversi. Il 22 ottobre, la Direzione ha dato la possibilità ai candidati di verificare la propria posizione sul sito del ministero. Chi non era in possesso dei requisiti, cioè gli esclusi con preavviso di rigetto, aveva la possibilità di presentare osservazioni e controdeduzioni entro 20 giorni. Noi come sindacato abbiamo continuato a fornire assistenza nel preparare le osservazioni. Oltre a questo abbiamo unitariamente inviato una lettera al Mibac elencando le principali problematiche riscontrate. La maggior parte di questi candidati, compresi quelli che non avevano inviato le controdeduzioni ma che presentavano le stesse problematiche, erano infine stati inseriti e finalmente a dicembre è stato pubblicato l’Elenco.
Però diceva che ci sono ancora delle problematiche.
Si, una in particolare riguarda l’attribuzione dei settori di specializzazione a chi rientra nell’Elenco. Per quanto riguarda l’attribuzione dei settori di competenza, molti lavoratori ci stanno interpellando perché riscontrano errori o incongruenze che vanno segnalate. Poi ci sarebbero da segnalare anche i tecnici del restauro, che ricordo sono circa 11.000, che a loro volta aspettavano la pubblicazione dell’Elenco. Per legge, chi è tecnico adesso può sostenere una prova di idoneità per acquisire la qualifica di Restauratore. Miur e Mibac hanno creato quindi una commissione esaminatrice ad hoc e preparato il test. L’iter prevede che si debba chiedere il parere finale alla Conferenza Stato Regioni Unificata.
La Conferenza cosa ha risposto?
A fine dicembre, ha rinviato in toto la questione senza precisare una data. Oggi è finalmente uscito il primo ordine del giorno del 2019, che normalmente spiega di cosa si occupano nella prossima seduta.
Sull’esame hanno quindi deciso?
Non ci sono novità, almeno da quanto risulta nell’ordine del giorno. Vedremo se ci saranno integrazioni.
Ci sono altre problematiche?
Da oggi, solo un restauratore certificato può lavorare. Ma per vari datori di lavoro e committenti, è macchinoso andare a cercare nei lunghi elenchi del Mibac il nome del lavoratore. Perché ci sono anche gli elenchi di coloro i quali hanno conseguito la Laurea Magistrale e sono decine. Basterebbe dare al lavoratore la possibilità di stamparsi un attestato, rilasciato dal ministero, e presentarlo direttamente al committente.
Nell’elenco quindi ci sono compresi anche i laureati?
Si, anzi da adesso solo dopo una laurea Magistrale si potrà accedere all’Elenco. E solo per chi ha frequentato o frequenta uno dei 17 istituti accreditati dal Mibac. Per la vecchia guardia di laureati, sono comunque compresi coloro che si sono laureati dal 2012 in poi.
In futuro quindi i tecnici del restauro non potranno fare un esame per passare all’altro elenco?
No. Solo a questi 11.000 è permesso. Tutto da ragionare in un futuro prossimo. Poi si partirà dall’anno zero.
Per chi non ha presentato la domanda in tempo nel 2015 ma aveva i requisiti richiesti dal Mibac?
Abbiamo chiesto di aprire una finestra dedicata. Dispiace che dei lavoratori che operano nel settore anche da decine di anni, nonostante abbiano tutti i requisiti, per via di vari motivi, come chi ha operato all’estero da anni, o per malattia di lunga degenza, non hanno potuto inviare la domanda e quindi siano rimasti fuori dall’Elenco.
Vuole lanciare un suggerimento per chi è ancora in difficoltà?
Si. E’ possibile segnalare, da parte dei diretti interessati, errori o imprecisioni o incongruenze al MiBAC rispetto all’attribuzione dei settori di competenza, va mandata una comunicazione via mail normale (non pec), solo ed esclusivamente all’indirizzo mail indicato nella circolare: restauratoriottobre@beniculturali.it.
Emanuele Ghiani