“Proprio nei giorni in cui il Giornale fa sentire la sua voce in difesa dei diritti delle famiglie, la Società europea edizioni ha fatto recapitare ai 16 giornalisti della redazione romana le prime lettere di trasferimento. Nella maggior parte dei casi, madri e padri ai quali sono stati dati 40 giorni per spostarsi a Milano. Se il piano scellerato dell’editore sarà realizzato potranno vedere o propri figli al massimo una volta ogni due settimane”. Cosi’ una nota dei redattori de Il Giornale informa sull’andamento della vertenza.
Le lettere, afferma la nota, sono state spedite “tre giorni dopo l’annuncio della chiusura della storica redazione romana, da 45 anni presidio della cultura moderata e liberale nella Capitale e garanzia di informazione di qualità e di prima mano per i lettori e per tutta l’opinione pubblica italiana”.
“Le lettere, cioè, sono state spedite prima dell’avvio del tavolo di confronto e senza che i vertici editoriali o amministrativi dell’azienda si siano recati nella redazione di Roma per spiegare le ragioni di una decisione così traumatica. E – spiace dirlo – la scelta dei vertici aziendali di non farsi vedere a Roma rappresenta l’unico fatto comprensibile della vicenda: non dev’essere facile motivare davanti ai diretti interessati una determinazione così penalizzante e così incongrua rispetto alla volontà dichiarata da tutti di superare la crisi che investe il Giornale”.
“Si tratta di una grave mancanza di rispetto, se non di una vera e propria provocazione, verso tutti i dipendenti e verso il Comitato di redazione, che era ed è disponibile a discutere un piano di riduzione del costo del lavoro. Si tratta di un modus operandi del quale appare opportuno informare anche lettori del Giornale”.