Presentato ieri a Bruxelles l’aggiornamento dello studio sull’integrazione della dimensione di genere nelle commissioni e delegazioni del Parlamento europeo. Lo studio, commissionato dal Dipartimento per i diritti dei cittadini e gli affari costituzionali del Parlamento europeo su richiesta del comitato FEMM ( comitato nato per sviluppare la parità di genere), fornisce una panoramica di un lavoro precedente pubblicato nel 2014. Si intende valutare in quale misura i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere e lo stesso comitato (FEMM) del Parlamento ha contribuito all’attuazione effettiva dell’integrazione della dimensione di genere nelle attività parlamentari tra luglio 2017 e luglio 2018. Lo studio si basa su alcuni suggerimenti e raccomandazioni delle prove raccolte e fornite nella relazione precedente che sono ancora applicabili, poiché pochi progressi sono stati compiuti soprattutto nel ruolo degli organi-Commissione-Parlamento-Consiglio – che hanno il compito di sviluppare la dimensione di genere e il grado di inclusione dei pareri e dei suggerimenti di FEMM nelle relazioni di altre commissioni.
Una questione cruciale per l’efficacia del mainstreaming e per FEMM rimane la capacità di migliorare la salienza dei diversi aspetti dell’uguaglianza di genere a livello culturale, sociale e politico. Al fine di migliorare l’importanza delle questioni di genere nell’agenda del Parlamento europeo, FEMM può stimolare il dibattito – all’interno e all’esterno del PE – su aspetti specifici dell’integrazione della materia che sono trascurati o sottovalutati. Lo strumento principale che FEMM può utilizzare a tale riguardo è un’attenta pianificazione delle sue relazioni che affrontano questioni che sono nuove o potenzialmente in grado di generare conseguenze importanti per l’evoluzione della legislazione europea e la sua efficacia.
Al fine di migliorare le potenzialità di questo strumento nel sensibilizzare e stimolare il dibattito, è necessario concentrare l’attenzione specifica sulla comunicazione – ancora e di più all’interno e all’esterno del PE – organizzando eventi in cui dovrebbero essere applicate le decisioni per produrre relazioni, consultazione con le parti interessate e resi pubblici i risultati e le raccomandazioni discussi nonchè gli stati di avanzamento. È indispensabile che FEMM sviluppi le sue attività esterne come audizioni, workshop, l’evento della Giornata internazionale della donna e altri eventi che attirano l’attenzione sui diritti delle donne e sulle questioni di uguaglianza di genere che potrebbero essere molto rilevanti anche da un punto di vista dell’apprendimento istituzionale e in collegamento con EIGE Istituto per l’uguaglianza di genere , di cui arrivano poche e frammentate notizie. Mentre ogni procedura può essere considerata una potenziale finestra di opportunità per l’inclusione di una prospettiva di genere,l’efficacia potrebbe essere accresciuta da un maggiore uso di un programma di lavoro annuale per identificare non solo gli eventi di approfondimento , ma anche per pianificare strategicamente gli interventi FEMM.
Lo studio conferma inoltre che l’inclusione positiva di una prospettiva di parità di genere in una procedura legislativa o meno del PE dipende, da un lato dal ruolo attribuito a FEMM e, dall’altro, dalla reputazione e dall’autorità del relatore FEMM. E’quindi importante che FEMM utilizzi strumenti formali e informali per ottenere l’inclusione di una prospettiva di genere in tutte le attività del Parlamento europeo e a tale riguardo, la capacità del Presidente FEMM di sostenere il ruolo nelle proposte legislative è particolarmente importante. Un secondo aspetto è l’identificazione dei relatori, la loro capacità di rete, prestigio politico e impegno insieme ad altri attori rilevanti come i coordinatori dei gruppi politici, il segretariato e i consulenti che dovrebbero anche essere selettivi nella stesura dei pareri e basarsi sulla probabilità che il parere sia accolto positivamente dalla commissione competente.
Coinvolgere altre commissioni correlate nella stesura di relazioni congiunte rimane un modo per migliorare la possibilità di FEMM di essere riconosciuta come comitato congiunto per un determinato atto legislativo e di aumentare la sua capacità di influenzare il risultato finale, che purtroppo non è frequente (nel periodo in esame la FEMM non è stata coinvolta in procedure legislative congiunte), e quindi è compito del Presidente FEMM capire quando combattere per tale riconoscimento e come ricorrere a strumenti diversi perché le GMA (gender mainstreaming action) siano accolte come emendamenti. Ma nonostante le strutture messe in atto, l’integrazione della dimensione di genere nel lavoro delle commissioni parlamentari è ancora molto variabile e essenzialmente volontaria. Il che si traduce in una forte attenzione ai diritti delle donne e all’uguaglianza di genere solo e poco in alcune aree e in attività apparentemente scarse o nulle. La necessità di fornire agli attori del PE strumenti adeguati a ottenere una buona comprensione del mainstreaming di genere rimane l’obiettivo e potrebbe anche aiutare a sostenere l’attenzione in settori che la stanno ancora evitando.
I comitati dovrebbero avvalersi di competenze interne ed esterne per aumentare la loro consapevolezza della misura in cui l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne devono essere migliorati nella loro area di competenza, e di esplorare questioni politiche diverse da quelle che sono normalmente considerate in una prospettiva femminile. Un modo per sfruttarne il potenziale sarebbe quello di razionalizzare la sua composizione garantendo, per quanto possibile, che tutti (o almeno la grande maggioranza) dei rappresentanti siano anche membri della FEMM. Potrebbe essere un passo fondamentale verso una migliore comprensione delle principali preoccupazioni delle diverse commissioni, così come promuovere un coordinamento più efficace degli sforzi, perché il ruolo dei gruppi politici è di grande importanza per incoraggiare e sostenere le donne a ricoprire posizioni di leadership nel processo decisionale.
Lo studio ha individuato delle priorità • sostenere la formazione sulla filosofia generale e gli aspetti tecnici della valutazione d’impatto e sull’uguaglianza di genere; • promuovere studi specifici sui temi della valutazione dell’impatto di genere (GIA) e del bilancio di genere al fine di costruire gli strumenti analitici necessari e sensibilizzare (ancora all’interno e all’esterno del PE) e concretizzare tali strumenti, con la fornitura di studi di genere da parte del Dipartimento tematico del Parlamento europeo al fine di migliorare la consapevolezza e riconoscere le competenze
Alessandra Servidori