La fortezza medicea di Montepulciano ospiterà per il decimo anno il festival “Luci sul lavoro”, organizzato con il patrocinio del Ministero del Lavoro, del Comitato economico e sociale europeo e della rappresentanza in Italia della Commissione europea. Nella città del Poliziano, uno dei temi principali che animerà il dibattito riguarderà le trasformazioni nel mercato del lavoro, alla luce delle innovazioni tecnologiche. Un aspetto di grande attualità all’interno della filiera della Tlc, dove da tempo Asstel e i sindacati hanno messo a punto strumenti – come l’accordo quadro sui servizi di customer care dello scorso febbraio – per far fronte ai cambiamenti che andranno a toccare l’occupazione, l’organizzazione del lavoro e la formazione; elementi al centro di un modello di contrattazione collettiva tesa ad anticipare le soluzioni per rispondere alle sfide della trasformazione digitale. Con Laura Di Raimondo, direttore di Asstel, abbiamo parlato dei temi che saranno affrontati al festival.
Di Raimondo, in che modo Asstel è impegnata a “Luci sul lavoro”?
Noi saremo presenti in due momenti. Il primo è un evento dove si parlerà di come le nuove tecnologie e i social media stanno influenzando la rappresentanza sindacale e la contrattazione. Il secondo si concentrerà maggiormente sulle risposte che la nostra filiera deve essere in grado di fornire per affrontare la trasformazione digitale e i suoi impatti sul lavoro. Saranno momenti di confronto al quale parteciperanno esponenti delle istituzioni e rappresentanti del mondo del lavoro.
Aspetti che guardano al presente, ma anche al futuro del lavoro. In che modo affrontarli?
Attraverso una contrattazione di anticipo. Si tratta di provare a prevedere i problemi e le dinamiche future, per evitare di intervenire solo in situazioni emergenziali, proponendo, tra le altre, anche soluzioni non più verticali tarate solo per la singola azienda, ma orizzontali, capaci quindi di abbracciare l’intera filiera senza dimenticare il ruolo primario della formazione.
Quale sarà il suo peso?
Sempre più decisivo per tutto il mercato del lavoro e per il settore delle Tlc, dove la rapida innovazione tecnologia si confronta con la necessità di adeguare coerentemente le competenze e introdurne di nuove, per questo pensiamo sia necessario dare vita ad un “patto intergenerazionale per la trasformazione”. Si tratta, prima di tutto, di ripensare, in una chiave organica i percorsi scolastici e formativi, in sinergia con il mondo del lavoro, attuare poi una formazione continua on the job per riconvertire o migliorare le competenze di chi oggi lavora ed infine individuare le migliori soluzioni per un positivo ricollocamento dei lavoratori ovvero per il loro accompagnamento verso la pensione.
Innovazione tecnologica e occupazione saranno un mix vincente se…
se, iniziando dalla contrattazione d’anticipo, passando ad una legislazione leggera che permetta a questo modello di contrattazione di esplicarsi, verrà messa al centro una complessiva riorganizzazione del modo di lavorare. Saranno quindi centrali argomenti quali: nuovi modelli organizzativi come lo Smartworking -; la dimensione dell’orario di lavoro; la formazione continua dei lavoratori. A ciò si deve affiancare un ripensamento degli ammortizzatori sociali anche in chiave espansiva – positivo in tal senso la recente introduzione della norma sul Contratto di Espansione – e la definizione di un fondo di solidarietà per il settore delle Tlc. L’implementazione di questi strumenti potrebbe essere realizzata più velocemente ed efficacemente a fronte di un supporto pubblico, attraverso un piano di reinvestimento dei proventi dell’assegnazione delle frequenze 5G, per un investimento nel capitale umano che sarà una parte essenziale del processo di trasformazione digitale.
Durante il festival, grande spazio sarà dato anche al rapporto tra social e lavoro. In che modo i nuovi media stanno cambiando la contrattazione e la rappresentanza sindacale?
Radicalmente. La velocità dei nuovi mezzi di comunicazione è un elemento di grande evoluzione rispetto al passato. Le comunicazioni corrono, prima di tutto, su Facebook, Twitter e Instagram. Anche lo streaming è diventato, d’uso comune nelle relazioni sindacali. Si tratta quindi di ripensare il tema della rappresentanza e dell’esercizio dei diritti attraverso forme e luoghi diversi da quelli tradizionali.
Sfide che richiedono un forte coinvolgimento di tutti gli attori interessati?
Assolutamente sì. Le organizzazioni più rappresentative devono farsi carico di questa contrattazione d’anticipo, che non può prescindere dalla qualità. Questo vuol dire attenzione ai bisogni dei lavoratori, garantire appieno i loro diritti e contrastare tutte le forme di dumping contrattuale.
Tommaso Nutarelli